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    Renzi: “Salvini sembrava invincibile ma lo abbiamo mandato a casa, mi aspetterei un grazie”

    Foto: Matteo Renzi e Matteo Salvini

    L'ex premier sottolinea il suo ruolo determinante per arrivare a un'intesa Pd-M5S. E commenta: "La legislatura arriverà al 2023"

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 30 Ago. 2019 alle 09:17 Aggiornato il 1 Set. 2019 alle 09:23

    Renzi: Salvini sembrava invincibile, mi aspetterei un grazie

    “Salvini sembrava invincibile ma lo abbiamo mandato a casa, mi aspetterei un grazie, questa legislatura arriverà al 2023”: Matteo Renzi commenta così le vicende politiche degli ultimi giorni in un’intervista pubblicata oggi, venerdì 30 agosto, sul quotidiano Il Messaggero. L’ex premier ed ex segretario Pd parla del nascente governo sostenuto da Dem e M5S definendo “cruciale” la discussione avviata sui contenuti e criticando senza troppi giri di parole il leader della Lega, spiegando che al posto suo, al Ministero dell’Interno, serve ora “un ministro degno di questo nome”.

    “Sarà cruciale la discussione sui contenuti”, ha detto Renzi. “Non potremo mai votare la fiducia a un governo che aumenta l’Iva o che fa passi indietro sulla lotta all’evasione fiscale. In questo senso trovo incoraggianti le prime dichiarazioni di Conte: non dimentichiamo che la procedura di infrazione europea è stata salvata grazie alla nostra fatturazione elettronica. L’Italia è ferma, rimettiamoci a correre”.

    Le notizie sul governo di oggi, venerdì 30 agosto 2019

    Secondo l’ex presidente del Consiglio il nuovo governo Conte avrà un ampio orizzonte. “A mio giudizio – ha detto ancora Renzi al Messaggero – la legislatura arriverà al 2023. Che ci arrivi questo governo dipenderà dalla qualità dei ministri che saranno scelti. Mi auguro che il premier voglia scegliere i migliori, mettendo in sicurezza soprattutto i dicasteri più delicati a cominciare da Viminale e Tesoro. Salvini aizzerà le piazze contro il governo e al Viminale ci vogliono nervi saldi e un ministro degno di questo nome”.

    Renzi ha anche ricordato il suo ruolo importante nella partita con il M5S. L’ex premier con un’intervista rilasciata al Correre della Sera l’11 agosto ha aperto all’ipotesi di un’intesa con il Movimento 5 Stelle. Ora chiede che vengano riconosciuti i suoi meriti.

    “Dopo quello che è accaduto in questo mese – ha fatto sapere ancora Renzi – mi aspetterei un grazie, non la richiesta di garanzie. Ho messo la faccia su un’operazione difficilissima per mandare a casa Salvini, che fino a qualche settimana fa sembrava invincibile. L’ho fatto perché il linguaggio e la postura degli ultimi mesi erano assurdi: pieni poteri, la pacchia è finita rivolto a delle donne violentate, le opacità nelle relazioni con la Russia o sui 49 milioni di euro. Fermare Salvini mi è costato umanamente molto perché per farlo abbiamo dovuto aprire ai grillini: e io ricordo la colata di fango che ho subito in questi anni tramite fake news e diffamazioni”.

    Renzi sul Pd: Unità vera

    Sul Pd, poi, Renzi ha osservato: “È stata unità vera. Faticosa, ma vera. Abbiamo messo da parte le discussioni interne”.

    Sulla proposta di Beppe Grillo di scegliere ministri tecnici, invece: “Chi fa il ministro è sempre politico, mai solo tecnico. Ma mi piace l’idea: scegliere persone di grande qualità. Ad esempio: con Grillo un anno fa ho firmato un documento a favore dei vaccini, predisposto dal professor Burioni”.

    Renzi ha ribadito che non farà parte della squadra di governo: “I renziani non lo so, non tocca a me. Renzi di sicuro fuori. Fuori e felice”.

    Infine, su dove debba andare Di Maio, il senatore ha aggiunto: “Quello che decideranno lui, Zingaretti e Conte. Certo non al Viminale, dove occorre un professionista della sicurezza e non un ex vicepremier che non ha esperienza in questo senso e sarebbe solo il nemico perfetto per Salvini”.

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