Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Politica
  • Home » Politica

    Reddito di cittadinanza, minacce di morte a Giorgia Meloni e sua figlia: indagato l’autore del post

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 7 Dic. 2022 alle 13:41 Aggiornato il 7 Dic. 2022 alle 13:55

    Reddito di cittadinanza, minacce di morte a Giorgia Meloni e sua figlia: indagato l’autore del post

    La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e sua figlia Ginevra sono state minacciate sui social: “Se togli il reddito ammazzo te e tua figlia”. A rivelare le minacce è stato l’account Twitter di Fratelli d’Italia, che riporta una raccolta di contenenti minacce di morte contro la Meloni e sua figlia.

    È stato identificato dalla Polizia l’autore delle minacce alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Su disposizione della Procura della Repubblica di Siracusa, il personale della Polizia Postale e della Digos hanno eseguito una perquisizione nei confronti di uomo di 27 anni, disoccupato, residente nella provincia aretusea. L’uomo è ora indagato per violenza privata aggravata nei confronti della premier.

    Gli operatori del Servizio di Polizia Postale di Roma avevano rilevato sull’account ufficiale Twitter di Giorgia Meloni la pubblicazione di messaggi di minacce di morte che avevano come obiettivo quello di evitare l’eliminazione del reddito di cittadinanza. Il 27enne scriveva nascondendo la propria identità dietro uno pseudonimo. Ma gli investigatori sono comunque riusciti a identificarlo e localizzarlo. L’Autorità giudiziaria ha poi disposto la perquisizione domiciliare e informatica nei confronti dell’uomo. Procedendo, inoltre, al sequestro delle apparecchiature informatiche in suo possesso e dell’account social utilizzato per minacciare la Meloni e sua figlia.

    Sostegno dai politici a Meloni

    Fratelli d’Italia ha denunciato con una raccolta di immagini il clima di odio che si respira da quando Meloni è stata eletta capo del Governo. In particolare, da quando ha annunciato la modifica della misura del reddito di cittadinanza.

    “Un abbraccio a Giorgia Meloni e a sua figlia per le gravi minacce subite. Parole intrise di odio molto preoccupanti. Se qualcuno pensa di condizionare l’azione di questo governo con la violenza si sbaglia di grosso. Mi auguro una condanna trasversale verso l’accaduto». Lo scrive su Twitter il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio tajani, dopo le minacce web a Giorgia Meloni.

    “Gravissime le minacce di morte indirizzate al presidente Giorgia Meloni e alla sua bambina, alle quali rivolgo tutta la mia solidarietà e vicinanza. Bisogna fermare questo pericoloso clima di odio crescente e costante, perché sottovalutarlo, o peggio ancora ignorarlo, significherebbe contribuire ad alimentarne la brutalità. Ora si faccia tutto il necessario per spegnere questi focolai di violenza e ci aspettiamo che tutte le forze politiche, a cominciare da quelle che per prime aizzano le folle nelle piazze e sui social, condannino fermamente simili oscenità”. Lo dichiara il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

    Anche Giuseppe Conte a margine di un evento a Torino ha condannato pubblicamente quanto accaduto alla premier: “Una ferma condanna, senza se e senza ma, per minacce che sono arrivate alla premier e a sua figlia. Questi gesti sono esecrabili, bisogna stare vicino alle istituzioni. Io so cosa significa, quando ero presidente del Consiglio ho ricevuto tante minacce in particolare durante l’emergenza pandemica”.

    Secondo la capogruppo di Forza Italia al Senato Licia Ronzulli le minacce a Giorgia Meloni e alla sua famiglia servono per “aizzare le folle, armare le piazze”. “Ci sono cattivi maestri che vanno in piazza a dire cose non vere: qualcuno sta alimentando questo clima, sta armando la mano di qualcuno. Andare nelle piazze a raccontare che aboliremo il rdc è una palese distorsione della realtà”, ha dichiarato entrando a Palazzo Chigi per l’incontro sulla manovra.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version