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    Polemica sul calendario dell’Esercito che celebra l’Italia “prima e dopo l’8 settembre del 1943”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 18 Gen. 2024 alle 16:21

    Polemica sul calendario dell’Esercito che celebra l’Italia “prima e dopo l’8 settembre del 1943”

    “Per l’Italia sempre…prima e dopo l’8 settembre 1943”. Polemica sul nuovo calendario dell’esercito italiano e per la scelta del titolo che, secondo l’Anpi, “mette sullo stesso piano il nuovo esercito italiano con l’esercito di Salò”. A far discutere la scelta di “rappresentare una continuità istituzionale” tra il periodo precedente l’armistizio, quello cioè del regime fascista, e quello successivo, in cui è nata la repubblica antifascista. A sollevare il caso è La Repubblica, secondo cui il titolo del calendario 2024 dell’esercito è stato “fortemente promosso” dalla sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti, figlia di Pino, storico esponente del neofascismo italiano.

    “Attraverso la rievocazione di quei tragici eventi si è voluto rendere omaggio agli uomini che a quei fatti parteciparono con l’assoluta consapevolezza di servire la Patria, sia prima sia dopo l’8 settembre 1943, onorando il giuramento prestato”, recita la descrizione del calendario. “Sono stati pertanto selezionati alcuni ufficiali, sottufficiali e soldati, insigniti della Medaglia d’Oro al Valor Militare per atti eroici compiuti dopo l’armistizio e che si sono particolarmente distinti anche nel periodo precedente”.

    Un parallelismo condannato dal vicecapogruppo dell’Alleanza Verdi/Sinistra alla Camera, Marco Grimaldi, che ha presentato un’interrogazione al ministro della Difesa Guido Crosetto. Secondo il deputato, il calendario “si pone nel solco del tentativo di riabilitazione del Ventennio e dell’amnesia sulle responsabilità, tutte italiane, del fascismo”. “È vero che scorrendo i nomi degli Ufficiali, Sottufficiali e Soldati insigniti della Medaglia d’Oro al Valor Militare riportati nel calendario, si tratta nella maggior parte dei casi di figure che si sono distinte nella lotta di Liberazione e in gran parte aderenti alla Resistenza ma compare anche il nome di Giuseppe Izzo, che nel settembre 1938 partì volontario per la guerra di Spagna a fianco dei franchisti”, ha detto Grimaldi.

    Nell’interrogazione, Grimaldi ha chiesto a Crosetto “se non intenda, per quanto di competenza, adoperarsi affinché venga modificato il titolo e la descrizione del calendario rimuovendo qualsiasi riferimento teso a sminuire il periodo della dittatura fascista e vengano ritirate le copie del calendario disponibili in commercio”.

    In una nota il deputato di Avs ha ricordato che “di sono già state edizioni” del calendario “dedicate a rievocazioni di fatti storici, chiaramente in concomitanza di anniversari (nel 2023 l’armistizio del 1943, nel 2017 lo scoppio della Grande Guerra nel 1917). Questa volta però, l’anniversario non c’è e l’intento di normalizzare il periodo storico della dittatura fascista appare evidente e arbitrario. E non si può non dire che venti di revisionismo soffiano attorno alle più alte cariche dello Stato e si riverberano a ogni livello. È un fatto che il calendario sia sponsorizzato in tutta Italia dalla Sottosegretaria Isabella Rauti, figlia di Pino Rauti”.

    “È inaccettabile”, ha commentato il presidente dell’associazione nazionale dei partigiani, Gianfranco Pagliarulo, che ha chiesto il ritiro del calendario. “Si tratta di un atto che nasconde una doppia operazione politica. Da una parte si vuole rappresentare una continuità istituzionale quando invece c’è stata una rottura radicale tra il regime fascista e la repubblica antifascista. Ovviamente nessuno dimentica i soldati, anzi. Nessuno dimentica che sono stati mandati allo sbaraglio anche l’8 settembre quando il Re è andato a Brindisi. Una cosa però sono i soldati e una cosa è l’istituzione dell’Esercito. Non dobbiamo dimenticare i generali criminali di guerra mai processati, o se processati, mai condannati o se condannati mai andati in galera. Da un altro lato si mette sullo stesso piano il nuovo esercito italiano con l’esercito di Salò”, ha detto Pagliarulo all’Ansa. “Prendiamo atto che c’è una minoranza filofascista che vuole riscrivere la storia d’Italia”.

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