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    Dall’ultracattolico Pillon a Di Maio, Paragone, Sgarbi e Bonino: promossi e bocciati alle urne

    Ecco gli onorevoli “vip” che hanno fallito la riconferma. E quelli che ce l’hanno fatta

    Di Carmen Baffi
    Pubblicato il 29 Set. 2022 alle 12:59
    Come si organizzerà Giorgia Meloni dopo la vittoria del 25 settembre non è ancora chiaro. Ma il 13 ottobre, secondo il tempo previsto dall’articolo 61 della Costituzione, si riuniranno per la prima volta le Camere. Per la prima volta, in seguito alla riforma per il taglio dei parlamentari, i rappresentanti eletti saranno 400 alla Camera e 200 al Senato. Proprio questo cambiamento, insieme alla legge Rosato, ha comportato non poche sorprese in fase di conteggio dei voti, tra chi ce l’ha fatta all’uninominale, chi è stato ripescato con il plurinominale e chi, invece, è rimasto fuori dai giochi.

    Ciao ciao

    Il primo “out” certo è stato quello del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, il quale dopo aver lasciato il M5s, aveva formato insieme a Bruno Tabacci il partito Impegno civico. Un flop clamoroso non solo su scala nazionale, ma anche nel collegio uninominale a Napoli, dove Di Maio è stato battuto – caso vuole – da un candidato dei 5s, Sergio Costa. Oltre a lui, altre personalità di spicco dicono “ciao” al mondo della politica. Fra loro, l’ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, arrivata terza nel collegio di Siracusa. Tornerà a fare la preside.Esce anche il leghista ultracattolico Simone Pillon, che ha scritto su Twitter che continuerà comunque «a difendere la vita, la famiglia e i valori cristiani dove e come Dio vorrà». Ma per questa legislatura Dio non ha voluto, né per lui, né per la sua storica rivale in tema di diritti civili, Monica Cirinnà, senatrice del Pd dal 2013.Anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi, candidato con il centrodestra, resta fuori, insieme al leader di Alternativa per l’Italia, Mario Adinolfi. Il suo partito anti-sistema, guidato insieme all’ex Casa Pound Simone di Stefano, si è fermato sotto l’1 per cento.Nel collegio uninominale di Roma centro, +Europa ha dovuto salutare la sua leader Emma Bonino, rimasta fuori, nonostante la richiesta di un riconteggio, per uno 0,5 per cento. Ma +Europa non ha raggiunto nemmeno la soglia di sbarramento del 3 per cento, utile per l’ingresso in Senato grazie al proporzionale.Altra grande sconfitta è stata quella dell’ex magistrato ed ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris, che con Unione popolare ha raggiunto appena l’1,4 per cento delle preferenze, al pari di Italexit, il partito di Gianluigi Paragone, anche lui rimasto fuori dai giochi. Dovrà lasciare Palazzo Madama anche senatrice di Italia viva Teresa Bellanova, viceministra delle Infrastrutture, che non è passata nel collegio plurinominale per il Senato in Puglia, dove era capolista per il Terzo polo.

    I nuovi big

    Tra i volti noti, anche esterni al mondo della politica, che sono stati eletti il 25 settembre spiccano Ilaria Cucchi e Aboubakar Soumahoru, entrambi candidati con l’alleanza Sinistra italiana-Verdi nella coalizione con il Pd. La sorella di Stefano, famosa per la battaglia condotta per ottenere verità e giustizia sulla morte in carcere del fratello, ha vinto con il 40,06 per cento delle preferenze nel collegio di Firenze, entrando così in Senato. Il sindacalista Soumahoru, invece, non ce l’ha fatta per pochissimo nel collegio di Modena all’uninominale, ma è comunque riuscito a entrare in Parlamento grazie al proporzionale.Anche la coppia Franceschini-Di Biase, marito e moglie, entrambi candidati con il Pd, sono riusciti a entrare grazie al ripescaggio con il plurinominale. Un altro Dem, Pier Ferdinando Casini ha vinto all’uninominale di Bologna contro Sgarbi e si appresta a iniziare la sua dodicesima legislatura.Un’altra new entry arriva, poi, dal mondo dello sport. Si tratta del presidente della Lazio Claudio Lotito, che si appresta a entrare per la prima volta in Senato. Come lui, il virologo Andrea Crisanti, spesso in tv in questi due anni e mezzo di pandemia. Dalla tv al Parlamento, arriva anche Rita Dalla Chiesa, eletta al collegio uninominale di Molfetta, in Puglia.E infine, Marta Fascina, moglie di Silvio Berlusconi, che ha vinto all’uninominale a Marsala, in Sicilia. Un colpo di scena, visto che nei mesi di campagna elettorale, nessuno l’ha mai vista in territorio siculo.

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