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    Marco Furfaro a TPI: “Nel Pd toni troppo duri contro Schlein”

    Credit: AGF

    “Elly ascolta tutti ma una segretaria ha il diritto e il dovere di scegliere. Le primarie ci hanno detto che il Pd deve riallinearsi con la società”, dice l'esponente della Segreteria nazionale dem

    Di Luca Telese
    Pubblicato il 7 Lug. 2023 alle 08:00 Aggiornato il 31 Lug. 2023 alle 19:31

    Onorevole Furfaro, lei è il volto mediatico dello Schleinismo.
    (Ride). «Magari». 

    Cosa risponde agli attacchi che si stanno abbattendo sulla segreteria in questi mesi?
    «La polemica a volte è più o meno accesa, ma il tono della discussione dentro il Pd è sempre stato questo». 

    Adesso non sia democristiano, non lo è mai stato.
    «Sono sincero, e penso che i toni dovrebbero essere molto più morbidi: una segretaria eletta a maggioranza ha il diritto e il dovere di mettere in campo la sua proposta politica». 

    Ci sono attacchi continui, l’ultimo quello di De Luca.
    «Senta, io facevo parte della segreteria di Zingaretti: contro Nicola c’è stato un continuo lavorio che ha portato addirittura alle sue dimissioni. Come vede, Elly non si spaventa, e ha detto perché». 

    E le richieste di una gestione collegiale?
    «L’inclusività deve essere una dote di un leader. Guardi però che Elly ascolta tante persone anche di aree culturali diversissime». 

    Quindi tutte invenzioni?
    «Io credo che alcuni siano addirittura spiazzati dalla sua originalità. Elly ascolta più dei sui predecessori, forse, ma poi sceglie». 

    Da sola?
    «Nel solco di una linea che è stata votata nel Congresso!». 

    Gli avversari dicono: ha vinto tra gli elettori, ha perso tra gli iscritti.
    «Il Pd elegge i suoi segretari nelle primarie e questo è il bene. Il massimo della base sociale possibile». 

    E il partito?
    «Abbiamo finanziato le sezioni. E deciso di far votare gli iscritti anche sui grandi temi. Questi critici ci si sono dedicati così?». 

    Ma il problema esiste o no?
    «Io non credo che il tema sia la contraddizione tra iscritti ed elettori. Quel voto era il segnale che serviva un riallineamento del partito nella società. Alcuni istituti di sondaggio dicono che il 20% degli elettori delle primarie erano persone che si erano astenute alle politiche». 

    E il caso De Luca?
    «Gli errori dei padri non ricadono sui figli. Piero De Luca è nel gruppo dirigente Pd. È stato degradato. Capita a tutti. È toccato al sottoscritto, che era responsabile comunicazione del Pd e che è stato degradato e poi è finito per mesi senza nessun ruolo». 

    E poi?
    «Un anno di purgatorio, poi Enrico Letta mi ha ridato un incarico. È la politica». 

    I cattolici soffrono per le posizioni sulla gravidanza per altri.
    «Elly è stata molto onesta: ha avuto molta attenzione alle posizioni degli altri. Ma dobbiamo dire anche che è coerente: con quella linea è stata eletta alle primarie. È forse una colpa? Attenti alle trappole… Dobbiamo stare attenti a non finire dove la destra ci vuole mettere: cioè in un angolo. Hanno messo quel tema sul piatto per dividere la sinistra». 

    E le polemiche sul salario minimo?
    «Sono argomenti semplicemente ridicoli: esiste in tutta Europa. L’Italia rivela di avere una classe dirigente piccola piccola». 

    Cosa vuol dire?
    «Si tratta di una soglia pensata per evitare schiavitù e sfruttamento. Dove c’è, la misura funziona benissimo. E si aggiunge allo sforzo dei sindacati». 

    Renzi dice che vi siete appiattiti sulla proposta del M5S, che l’abbraccio di Conte è mortale.
    «Renzi lavora sempre per accendere i riflettori su di sé: a volte funziona, più spesso no, soprattutto se si segue solo l’egocentrismo. Conte aveva sorpassato il Pd. Da quando c’è Elly siamo il primo partito dell’opposizione».

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