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    Pd, Letta verso la segreteria: “Ma basta ricatti e ultimatum”

    Enrico Letta. Credits: ANSA
    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 12 Mar. 2021 alle 10:25 Aggiornato il 12 Mar. 2021 alle 10:55

    Pd, Letta verso la segretaria

    Dalla Sciences Po di Parigi al largo del Nazareno: il ritorno di Enrico Letta sembra avvicinarsi inesorabilmente dopo la richiesta della maggioranza vicina al segretario dimissionario e due giorni di “consultazioni”. L’ex premier è pronto a dire sì dopo sette anni di esilio, da quando proprio al Nazareno fu sfiduciato e rassegnò le dimissioni a Palazzo Chigi, lasciando la guida del partito e del Paese ai “rottamatori”.

    Quelle ferite, forse, non bruciano più, almeno a giudicare dalle parole. “Ho il Pd nel cuore“, ha scritto nel primo messaggio condiviso su Twitter  – “fissato” in alto sulla sua pagina – dopo aver ricevuto l’offerta: parole in continuità con quelle pronunciate da Nicola Zingaretti, che nel giorno delle dimissioni ha definito il suo gesto “un atto di amore“. Il contrario dell’odio, del conflitto, delle polemiche che hanno lacerato il partito dal 2014 ad oggi. Ma questa musica ora dovrà cambiare.

    Letta verso la segreteria del Pd: “Basta ricatti”

    Letta dovrebbe annunciare oggi il suo “sì” dopo essersi preso “48 ore”: un tempo necessario a verificare le condizioni dell’incarico, assicurarsi che la “base riformista” accetti la sua leadership come stabile e non passeggera, nonché la linea in continuità con la gestione precedente. Almeno sui temi: alleanza con il M5S e preparazione di un congresso tematico. Il walzer delle correnti, invece, dovrà finire.

    Dalla corrente che fa capo a Lorenzo Guerini, che Letta avrebbe consultato in queste ore, arriva la richiesta di un maggior impegno sull’agenda Draghi, autonomia politica rispetto all’alleanza con il M5S e una riflessione seria sull’identità del partito. Un po’ come Mario Draghi durante le consultazioni, Letta ha preso appunti, ma ha chiarito di non voler sottostare “a ricatti e ultimatum” – fanno sapere oggi i retroscena – né andare avanti per “compromessi al ribasso”.

    E nel pomeriggio dovrebbe tenersi la riunione tra il ministro della Difesa e i suoi, ma l’esito finale dovrebbe essere scontato, così come quello della riunione tra Matteo Orfini e la sua corrente, in programma per sabato mattina. Poi domenica il voto all’Assemblea nazionale per insediare il nuovo leader del partito.

    Letta verso la segreteria del Pd: la fiducia di Zingaretti

    “L’idea di un rapporto con M5s è stata sempre anche un suo punto di riferimento e di sostegno, sincerissimo e generoso, alla mia segreteria, così come l’esigenza di aprire una grande discussione. Con Enrico Letta ho sempre avuto una grande sintonia e sono fiducioso”, ha dichiarato Zingaretti in queste ore.

    “Mi baso sulla sua storia. Da lui ho avuto solo incoraggiamenti e suggerimenti. Ho una grande fiducia che finirà questo bombardamento quotidiano e immeritato”, ha detto il segretario dimissionario a Uno Mattina, sicuro che Letta “sia la persona che in questo momento rimetterà al centro di nuovo la possibilità che il Pd si confermi il pilastro di una credibile alternativa alle destre in questo paese”.

    Lo aveva detto già ieri, in quella che a tutti gli effetti è sembrata una lettera di addio, un passaggio di testimone, le memorie di chi non deve più preoccuparsi delle beghe interne al partito ma può volare alto e pensare alle idee, diffusa dopo essersi assicurato che il successore designato avrebbe accettato l’incarico.

    Per Zingaretti Letta “è la soluzione più autorevole“, capace di raccogliere la sfida del Pd nel segno di un appoggio al governo Draghi, ma anche di una rinascita che parta dalla risoluzione dei conflitti interni, alla luce del sole. “Quello che si è affermato è stato il rifiuto di sviluppare il confronto nelle sedi proprie per poi promuovere continue polemiche pubbliche”.

    “Mentre gli altri partiti rilanciavano il loro progetto, noi rischiavamo di implodere. Non si poteva andare avanti così”, ha spiegato il  leader uscente nel suo messaggio. “Non si poteva perché ora ci aspettano sfide importanti e il Pd, grazie al lavoro fatto, può affrontarle a testa alta”. L’augurio è che, come assicurano i dirigenti che hanno invocato il suo ritorno, da Dario Franceschini a Andrea Orlando, Letta sia pienamente pronto a raccoglierle.

    Leggi anche: 1. Lettera di Zingaretti al Pd: “Enrico Letta è la soluzione più autorevole” 2.  Qui Radio Colle, al Quirinale piace l’idea di Letta alla guida del Pd. Ma lui richiama Zinga

     

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