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    Pd, anche Cuperlo si candida alla segreteria: “In discussione l’esistenza stessa del partito”

    Credit: Ansa
    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 23 Dic. 2022 alle 20:10

    Pd, anche Cuperlo si candida alla segreteria: “In discussione l’esistenza stessa del partito”

    “In discussione questa volta è l’esistenza del Pd”. Lo ha detto Gianni Cuperlo, che oggi ha annunciato la sua candidatura alla segreteria del Partito democratico. Sarà quindi una corsa a quattro quella per le primarie che dovranno designare il successore di Enrico Letta: oltre all’ex presidente del Pd, al voto del prossimo 19 febbraio prenderanno parte anche il presidente della regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, la sua ex vicepresidente Elly Schlein e l’ex ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli.

    “Ci sarò con umiltà”, ha promesso Cuperlo, tra i fondatori del Partito democratico di cui è stato brevemente presidente. “Non pesano solo la sconfitta e i sondaggi, ma il non aver mai voluto discutere la perdita dei sei milioni di voti dal 2008 a oggi”, ha detto il deputato triestino in un’intervista a La Repubblica, in cui ha sottolineato il momento difficile attraversato dal partito. “Vorrei aiutare a farlo nella chiarezza delle idee, fuori da trasformismi che hanno impoverito l’anima della sinistra”, ha aggiunto l’attuale presidente della Fondazione dem che già nel 2013 si candidò alle primarie, vinte poi da Matteo Renzi.

    Il timore di Cuperlo, che è stato l’ultimo segretario della Federazione giovanile comunista, è “che il Pd non regga il peso dei suoi errori e possa finire come i socialisti in Francia”. Il suo obiettivo sarà quello di rappresentare la parte della sinistra meno convinta dalla candidatura di Elly Schlein, per salvare il partito dalla disgregazione. “Forse qualcuno sarebbe felice di tornare alle vecchie case”, ha detto, facendo riferimento alle diverse anime che hanno dato vita al Pd. “Io penso che sarebbe la fine dell’intuizione più coraggiosa che la sinistra, il cattolicesimo democratico, l’ambientalismo, il pensiero femminista hanno avuto negli ultimi cinquant’anni”. “La destra ha vinto per una ideologia che ha cavalcato sofferenze e rabbia”, ha evidenziato. “Non la batteremo senza un impianto ideale e culturale più solido e credibile, che si parli di riscatto sociale o dei concetti di libertà e fraternità”.

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