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    Nuovo Codice degli appalti: sparisce la parità di genere. L’iniziativa de Le Contemporanee

    Di Redazione TPI
    Pubblicato il 6 Feb. 2023 alle 19:22 Aggiornato il 6 Feb. 2023 alle 19:23

    Riceviamo e pubblichiamo il comunicato sull’iniziativa de Le Contemporanee.

    Le Contemporanee, ASviS, Rete per la Paritá, Fuori Quota, Base Italia, CGIL e UIL pari opportunità e numerosi esponenti del mondo istituzionale da Elena Bonetti a Chiara Gribaudo, Lia Quartapelle e Debora Serracchiani, da Benedetto Della Vedova ad Antonio Nicita, da Susanna Camusso ad Alessandra Maiorino, unite\i per cambiare il nuovo codice degli appalti.

    Apprendiamo con stupore e con preoccupazione che nel nuovo testo per gli appalti sarebbe “sparito” il cosiddetto bollino rosa, ovvero un requisito aggiuntivo e premiale per le aziende che rispettino alcune regole già definite alla fine del 2021 con la Legge 162 che, nel modificare il Codice Pari Opportunità (DLgs 198/2006), aveva introdotto la Certificazione di Parità di Genere (art. 4 della L.162/2021 che introduce l’art. 46-bis nel Codice Pari Opportunità).

    Il Decreto Dipartimento Pari Opportunità del 29 aprile 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 1 luglio 2022, dispone che i parametri minimi per il conseguimento della Certificazione della Parità di Genere di cui all’art. 46-bis del Codice pari opportunità sono quelli di cui alla Prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, pubblicata il 16 marzo 2022, e che la Certificazione può essere rilasciata solo da Organismi di certificazione accreditati.

    Nonostante i passi avanti fatti negli ultimi 2 anni su questo fronte, grazie anche al grande pressing profuso da numerose organizzazioni femminili e femministe, da giuriste, economiste, donne e uomini del mondo delle istituzioni, esperte ed esperti attente\i alla parita’ di genere, e consapevoli della enorme occasione rappresentata dal PNRR su cui siamo ripetutamente intervenute, oggi registriamo una battuta d’arresto importante e un goffo passo indietro.

    Infatti nel nuovo schema di decreto legislativo recante Codice dei Contratti Pubblici (Atto n. 19) è stato ELIMINATO il riferimento alla Certificazione di Parità di Genere ai sensi art. 46-bis del DLgs 198/2006 quale requisito premiale dellofferta, in quanto unico strumento idoneo a certificare l’adozione di politiche tese al raggiungimento della parità di genere da parte delle organizzazioni (già art. 95 comma 13 del D.Lgs 50/2016). Nè è accettabile trasferire un prezioso riferimento normativo specifico in un allegato: non è buona prassi, soprattutto se viene stravolto il contesto.

    È così sbagliato chiedere alle imprese affidatarie di lavori pubblici di compiere passi in avanti verso un cammino comune e ben delineato dal Next Generation Eu? Siamo consapevoli che il nostro Paese sul fronte dell’offerta delle aziende debba compiere ancora passi in avanti e che moltissime imprese italiane non siano in grado di soddisfare i requisiti richiesti dalla certificazione di parità di genere.

    È un percorso non semplice, ma decisivo. Siamo anche consapevoli che se la domanda pubblica chiede soglie minime cui le aziende non riescono ad adeguarsi rapidamente, pur di non rallentare iter del PNRR si possano invocare, come già previsto, clausole di urgenza per alleggerire a monte obblighi complessi da ottemperare in situazioni complesse. È già previsto nelle deroghe descritte nelle linee guida propedeutiche alla norma sulla certificazione, potrebbe essere applicato anche nel nuovo codice degli appalti.

    Vi è un’altra domanda cruciale che riguarda il nuovo codice degli appalti: perché livellare verso il basso la nuova normativa pubblica rendendo di fatto il richiamo alla certificazione un “dettaglio” marginale? Inoltre, nel testo le donne tornano ad essere definite e considerate soggetti “svantaggiati” da “includere” parimenti ad altre minoranze e categorie protette”: inaccettabile dal punto di vista delle donne!

    Così si torna nuovamente alle “donne come varie ed eventuali” e non come maggioranza della popolazione, esclusa dal mercato del lavoro per assenza di politiche corrette e per un mercato poco equo sul fronte della concorrenza.

    Anche negli appalti pubblici il capitale umano femminile, sebbene presente ancora in quantità minore in settori come le costruzioni, l’energia, i trasporti, il digitale, è una risorsa imprescindibile per la crescita del Paese e per le sue imprese.

    Come già in occasione del manifesto di DONNE PER LA SALVEZZA, il network che rappresenta queste istanze e numerose parlamentari ed esperte, tornano a chiedere con forza la reintroduzione dellarticolo 46 bis nel testo legislativo e un dialogo aperto con il Governo e il Parlamento su una materia fondamentale per crescita, equità e concorrenza, che si ispiri ai valori più alti e non si accontenti di standard qualitativi più bassi.

    Hanno aderito allappello

    Saranno presenti alla Conferenza Stampa e prenderanno la parola

    Conferenza Sala stampa
    Martedì 7 febbraio ore 14.00
    Camera dei Deputati, via della Missione 4, Roma

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