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    Politici Fdi e Pd tra gli arrestati nella maxi operazioni anti ‘ndrangheta: perché Meloni e Zingaretti non prendono le distanze?

    Nonostante la portata dell’operazione e i nomi coinvolti, dalle fila dei partiti nei quali questi personaggi militavano, o avevano militato, nessun commento. Nessuno, dalla Meloni a Zingaretti, prende le dovute distanze

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 19 Dic. 2019 alle 17:32 Aggiornato il 20 Dic. 2019 alle 09:09

    “Un valore aggiunto per la Calabria e tutta l’Italia”. Un’entusiasta Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, nel 2017 annunciava tramite un tweet il passaggio da Forza Italia a Fratelli d’Italia dell’ex parlamentare Giancarlo Pittelli.

    E invece, a distanza di due anni, oggi ci si interroga su quel “valore aggiunto”, dato che il nome di Pittelli emerge tra gli arrestati nella maxi operazione contro la ‘ndrangheta, il più grande blitz contro la criminalità organizzata dai tempi del maxi processo di Palermo, condotto in Calabria.

    Il blitz ha portato a un’ordinanza di custodia cautelare per 334 persone, accusate di essere legate al clan della ‘ndrangheta Mancuso.

    Giancarlo Pittelli è stato ex deputato in ben due legislature: dal 2001 al 2006 prima e poi nuovamente dal 2008 al 2013, nelle file di Forza Italia e del Popolo delle Libertà. Tra il 2006 e il 2008 ha invece ricoperto la posizione di senatore. Poi il passaggio recente a Fratelli d’Italia, accolto con entusiasmo non solo della leader di Fratelli d’Italia, ma anche del coordinatore regionale del partito, Ernesto Rapani:

    “L’ingresso in Fdi-An di Giancarlo Pittelli è di quelli certamente importanti. A lui, dunque, un caloroso benvenuto. Sono certo che contribuirà alla crescita del partito nella nostra regione. Un partito che sta registrando continue ed importanti adesione, segno tangibile che ormai il centrodestra in Calabria siamo noi. Fdi-An, incarna oggi la vera anima del centrodestra e di coloro i quali si rivedono in una formazione moderata che sta da questa parte”, affermava Rapani.

    “Nelle prossime settimane l’ingresso di Pittelli sarà celebrato con una conferenza stampa che si terrà a Catanzaro, alla presenza dei rappresentanti nazionali del partito”, proseguiva Rapani.

    “Anche in questa ottica – conclude il coordinatore regionale Ernesto Rapani – Giancarlo Pittelli giocherà un ruolo fondamentale per una sfida tutta da vincere. A Pittelli, dunque, un caloroso saluto ed i più fervidi auguri di buon lavoro in Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale”.

    Politici, avvocati, commercialisti e funzionari infedeli dello Stato figurano tra i 334 arrestati della maxi operazione “Rinascita-Scott” condotta nella notte di mercoledì 18 dicembre dai carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Vibo Valentia con il coordinamento della Dda di Catanzaro.

    Non solo Pittelli: tra gli arrestati c’è anche il sindaco di Pizzo e presidente di Anci Calabria Gianluca Callipo, uscente del Pd, l’ex consigliere regionale del Pd Pietro Giamborino (ai domiciliari) e il segretario del Psi calabrese Luigi Incarnato (domiciliari). Il gip ha imposto il divieto di dimora in Calabria per l’ex parlamentare ed ex assessore regionale del Pd Nicola Adamo, indagato per traffico di influenze. Tra gli arrestati c’è anche l’ex comandante del reparto operativo dei carabinieri di Catanzaro Giorgio Naselli, adesso comandante provinciale a Teramo, trasferito nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere.

    Membro dell’assemblea nazionale del Pd, Callipo è stato uno dei competitor alle primarie 2014 del centrosinistra per la scelta del candidato a presidente della Regione Calabria, poi vinte da Mario Oliverio.

    Nel novembre del 2018 ha lasciato il Partito democratico per annunciare il suo sostegno alla candidatura alle Regionali di Mario Occhiuto.

    Nonostante la portata dell’operazione e i nomi coinvolti, dalle fila dei partiti nei quali questi personaggi militavano, o avevano militato, nessun commento. Nessuno, dalla Meloni a Zingaretti, prende le dovute distanze.

    Giorgia Meloni, che all’epoca aveva affidato il suo entusiasmo a un tweet poi ribattuto dalle agenzie, oggi è impegnata nel viaggio elettorale in Emilia Romagna e, contestualmente, è occupata nella guerra ai Cinque Stelle per difendere Salvini nel caso Gregoretti.

    Nicola Zingaretti è preso dall’organizzazione del “nuovo congresso riformativo” per il Partito Democratico. Suona però come monito l’eco delle parole di Pippo Callipo, candidato alla presidenza della Regione Calabria, che poche settimane fa parlava proprio della volontà di Zingaretti di fare pulizia nel Pd in Calabria.

    Quella di Pippo Callipo, annunciava lui stesso, sarà una “battaglia contro ‘ndranghetisti e corrotti”, la madre di tutte le battaglie, afferma, che “non ha  non ha colore politico” e dalla quale potrebbe ripartire, una volta vinta, “qualsiasi progetto di sviluppo economico e sociale”.

    Ci si aspetta allora che la pulizia abbia inizio e che chi ha dimostrato di non avere titoli per restare nel partito venga allontanato e isolato. Se di guerra alla ‘Ndrangheta vogliamo davvero parlare.

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