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    “Navalny era un nazifascista, no alla cittadinanza onoraria”: la protesta a Reggio Emilia

    Credit: AGF
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 23 Feb. 2024 alle 13:15

    No alla cittadinanza onoraria di Reggio Emilia ad Alexey Navalny. È l’appello lanciato dall’associazione locale Montagna Antifascista, in risposta a un ordine del giorno presentato in Consiglio comunale da Paolo Genta, consigliere del Partito Democratico.

    L’associazione protesta sostenendo che il dissidente russo, morto lo scorso 16 febbraio in un carcere di massima sicurezza in Siberia, fosse un convinto sostenitore di tesi nazifasciste.

    “Dopo aver letto le mistificazioni dei giornali sugli ‘angeli di Azov’ e le standing ovation in Canada per Yarolslav Hunka SS Galizia Waffen Grenadier, un’unità militare nazista i cui crimini contro l’umanità durante l’Olocausto sono ben documentati, portato in pompa magna da Zelensky al Parlamento canadese, ci troviamo ancora a dover assistere a una nuova pesantissima mistificazione verso l’ennesimo nazista dichiarato”, si legge in una dura nota di Montagna Antifascista.

    “Quello che stiamo leggendo in questi giorni sui quotidiani locali sul tema Navalny – proseguono gli attivisti reggiani – è un affronto alla città di Reggio Emilia che, ricordiamo, è medaglia d’oro alla Resistenza, patria dei Fratelli Cervi e territorio martoriato dagli eccidi nazifascisti”.

    E ancora: “Abbiamo preso atto delle prese di posizioni di esponenti politici che decantano un dichiarato nazista, omofobo, xenofobo come esempio di libertà e democrazia e testuali parole ammirano ‘il suo impegno, la sua passione, il suo amore per la verità e la democrazia’. Lette queste dichiarazioni ci chiediamo se questi politici conoscessero realmente Navalny, famoso per le sue marce con i nazisti russi, persona che postava video ‘con paletta alla mano’, dicendo che gli immigrati erano scarafaggi da schiacciare, ma soprattutto personaggio che diceva apertamente che l’Ucraina non aveva diritto di esistere”.

    L’associazione chiede di ritirare l’ordine del giorno. E avverte: “Il 25 Aprile è vicino e siamo pronti, se il testo non verrà rimosso, a consegnare alle commemorazioni a Reggio Emilia, dove i politici locali fanno sfoggio dei valori della Resistenza, le molteplici foto di Navalny mentre sfoggia il suo braccio teso tra una moltitudine di croci celtiche e svastiche”.

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