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    Mozione di sfiducia al governo: che cos’è e cosa comporterà

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 12 Ago. 2019 alle 15:15

    Mozione di sfiducia al governo: che cos’è e cosa comporterà

    Mozione di sfiducia al governo | Il governo Conte è in bilico. L’ombra di una crisi di governo sta tenendo banco da giorni, dopo lo strappo della Lega. Tutto è iniziato il 9 agosto, quando la Lega ha annunciato la crisi e ha presentato la mozione di sfiducia in Senato al governo Conte, a due giorni sul voto delle mozioni Tav, che ha definitivamente spaccato la maggioranza.

    La conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama si riunisce oggi alle 16 per mettere in calendario il voto alla mozione di sfiducia a Conte.

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    La Lega vorrebbe andare al voto subito ma convocazione dell’Assemblea potrebbe slittare a dopo ferragosto: il 19 al momento sembra la data più probabile.

    Questo è il testo della mozione di sfiducia presentata la settimana scorsa dalla Lega:

    “Il Senato, premesso che: l’esame in aula delle mozioni riguardanti la Tav ha sugellato una situazione di forti differenze di vedute, tra le due forze di maggioranza, su un tema fondamentale per la crescita del paese come lo sviluppo delle infrastrutture; tenuto conto che: il Presidente del Consiglio non era presente in aula, nel momento delle votazioni sulle citate mozioni, per ribadire l’indirizzo favorevole alla realizzazione dell’opera che egli stesso aveva dichiarato pochi giorni prima nell’altro ramo del Parlamento e si è verificata la situazione paradossale che ha visto due membri del governo presenti esprimere due pareri contrastanti; preso atto che: le stesse divergenze si sono registrate su altri temi prioritari dell’agenda di governo quali la giustizia, l’autonomia e le misure della prossima manovra economica; visto l’articolo 94 della Costituzione e visto l’articolo 161 del Regolamento del Senato della Repubblica, esprime la propria sfiducia al Governo presieduto dal Prof. Giuseppe Conte”.

    Ma cos’è la mozione di sfiducia?

    La mozione di sfiducia

    La mozione di sfiducia è un’istituto dell’ordinamento italiano, regolato da due articoli della Costituzione della Repubblica. L’articolo 94, quello che riguarda il rapporto fiduciario tra il Parlamento e il Governo, e l’articolo 126, comma 2, che disciplina l’istituto nelle regioni a statuto ordinario.

    A livello nazionale, in base all’art. 94 della Costituzione, il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Ciascuna Camera può revocare la fiducia tramite mozione motivata e votata per appello nominale. La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera nella quale è presentata e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla presentazione.

    Le prossime tappe dopo il voto

    Se il premier Conte dovesse essere sfiduciato, dovrà salire al Quirinale per rimettere il proprio mandato. A quel punto partiranno le consultazioni del presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato potrebbe decidere di affidare un mandato esplorativo, anche al presidente del Senato, per verificare la possibilità di dare vita a un governo diverso da quello giallo-verde.

    Le Camere vengono sciolte da un decreto del Presidente della Repubblica, che poi firma il decreto con cui il presidente del Consiglio indice le elezioni in un arco di tempo compreso tra i 45 e i 70 giorni. In genere ne servono 60, a causa delle pratiche per il voto all’estero.

    In assenza di un altro Esecutivo, anche solo che traghetti il Paese al voto, resta in carico il Governo Conte dimissionario. Dalle opposizioni c’è chi fa notare l’inopportunità del doppio ruolo di Matteo Salvini che sarebbe al contempo candidato premier e titolare del Viminale da dove si gestiscono le operazioni di voto.

    La data del voto anticipato dipenderà dunque dal timing della crisi. Potrebbero essere a ottobre: con il passare delle ore il giorno cerchiato di rosso è sempre di più il 27.

    Chiuse le urne, ci vorrà qualche settimana prima che si formi un nuovo Esecutivo e che entrino in funzione a pieno regime di nuovo le Camere. Se tutto filasse liscio il nuovo governo potrebbe nascere a metà novembre e a quel punto dovrebbe ingaggiare una corsa contro il tempo per varare la manovra ed evitare l’esercizio provvisorio.

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