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    La direttiva del neo ministro Piantedosi che impedisce alle navi delle Ong di entrare in acque territoriali italiane

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 26 Ott. 2022 alle 10:47 Aggiornato il 26 Ott. 2022 alle 10:49

    La direttiva di Piantedosi che impedisce alle Ong di entrare in Italia

    La condotta delle due navi ong Ocean Viking e Humanity One, situate nel Canale di Sicilia, è considerata “non in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all’immigrazione illegale”.

    Una direttiva firmata dal ministro degli Interni Matteo Piantedosi sancisce di fatto il ritorno della stagione dei “porti chiusi” e del contrasto all’operato delle navi umanitarie nel Mediterraneo. Il documento ricalca in pieno quello emanato da Matteo Salvini quando sedeva al Viminale nel 2019 comunicando con i vertici di Forze di polizia e Capitaneria di porto: all’epoca Piantedosi era capo di Gabinetto del leader della Lega.

    Valutazioni sono in corso in questo momento per imporre alle due navi il divieto di ingresso nelle acque territoriali. L’intervento del ministro, che aveva annunciato dal suo primo giorno l’intenzione di “governare i flussi”, contrastando “lo spontaneismo, sia pur umanitario”, viene commentato così da Salvini: “Come promesso, questo governo intende far rispettare regole e confini”.

    Intanto i cadaveri di due gemellini di un mese sono stati trovati a bordo di un barcone soccorso dalla Guardia costiera al largo di Lampedusa, mentre Alarm Phone segnala due barconi con circa 1.300 persone a bordo a est di Sicilia e Malta. I dati certificano come i flussi di ingresso nel nostro Paese siano in crescita: sono già 78mila quest’anno contro i 52mila del 2021, solo nell’ultima settimana sono 3mila.

    Il presidente della Cei, Matteo Zuppi, lancia l’allarme: “C’è un grido che sale dal Mediterraneo che non dobbiamo dimenticare, un grido che dice: salvami! La pace comincia nel salvare la vita e la speranza”. Dalle Ong respingono ogni accusa: la tedesca Sos Humanity, che gestisce la Humanity One, fa sapere all’ANSA di non aver ricevuto al momento alcuna diretta comunicazione dalle autorità italiane: “Come organizzazione di ricerca e soccorso seguiamo la legge internazionale del mare, salvando persone in difficoltà”. Resta da capire se nelle prossime ore le due navi sfideranno il divieto di ingresso nelle acque italiane.

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