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    Migranti, Lamorgese: “Se non sblocchiamo il grano nei porti nuova crisi umanitaria”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 3 Giu. 2022 alle 17:08

    Una politica europea migratoria all’insegna del compromesso tra le misure di responsabilità e quelle di solidarietà: questa la strada tracciata dal Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese alla vigilia del vertice di Venezia in cui i Paesi del Mediterrano chiedono una gestione dei flussi in arrivo dall’Africa del nord simile a quella messa in campo per i rifugiati ucraini. Con una nuova crisi umanitaria alle porte per via della guerra in Ucraina e delle conseguenze della crisi del grano, per la ministra un cambio di paradigma è necessario.

    Ma per evitare un aumento incontrollato dei flussi bisognerà concentrare gli sforzi diplomatici per sbloccare i porti da cui partono le materie prime. “Le Nazioni unite e la Ue, con l’appoggio dei principali leader europei a partire dal presidente Draghi, stanno mettendo in campo il massimo sforzo diplomatico con la Russia e con l’Ucraina per tentare di sbloccare il grano fermo nei porti del Mar Nero e scongiurare la gravissima crisi alimentare globale che rischia di colpire i Paesi più poveri. Bisogna agire in fretta, altrimenti ci troveremo di fronte ad un’emergenza umanitaria con un aumento dei flussi migratori diretti verso le frontiere della Ue“, avverte la ministra in un’intervista a Repubblica.

    Per quanto riguarda la gestione degli arrivi, il prossimo decreto flussi su cui lavora il governo, dichiara Lamorgese, dovrà “tenere conto delle crescenti esigenze di vari comparti economici”. “Le migrazioni mosse da fattori economici e climatici non si possono cancellare ma possono essere governate anche ampliando i canali d’ingresso legali con quote di stagionali e di manodopera specializzata di cui, tra l’altro, hanno bisogno le economie europee. L’Europa non può immaginare di poter accogliere tutti i migranti economici che intendono mettersi in viaggio dall’Africa e da alcuni Paesi asiatici. Per questo la Ue deve rapidamente intensificare i suoi sforzi per predisporre un piano basato sui partenariati strategici per sostenere la stabilità sociale e lo sviluppo economico dei Paesi di origine e di transito dei flussi migratori”, aggiunge

    “Senza una risposta solidale, che va certamente coniugata con altre misure anche in materia di responsabilità, non credo che per l’Unione europea sia possibile governare un fenomeno complesso e strutturale come quello migratorio. Il 3 marzo il Consiglio europeo Affari Interni ha adottato all’unanimità una decisione storica con l’applicazione per la prima volta della direttiva per la protezione temporanea dei profughi in fuga dalla guerra. Il 3 marzo, dunque, è passata l’idea di un’Europa solidale che l’Italia e gli altri Paesi mediterranei invocano da sempre e che in questa circostanza è stata condivisa dai Paesi del gruppo di Visegrad”, conclude Lamorgese.

     

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