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    Marta Cartabia premier e Mario Draghi al Colle: il piano di Giorgetti per non andare al voto

    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 17 Giu. 2021 alle 07:40 Aggiornato il 17 Giu. 2021 alle 21:08

    Marta Cartabia premier e Mario Draghi al colle: il piano di Giorgetti per non andare al voto

    Altro che Giorgia Meloni e Matteo Salvini che vogliono andare al voto subito dopo l’elezione del nuovo inquilino del Colle. A palazzo Chigi l’hanno già ribattezzato il “lodo Giorgetti”: è la possibilità che Mario Draghi salga al Colle ma senza chiudere anzitempo la legislatura.

    Già, perché tutti sanno che Giorgetti (GG per gli amici) è uno dei pochissimi ministri ai quali Mario Draghi si rivolge dandogli del tu (l’altro è Renato Brunetta). Per tutti gli altri il “lei” è di rigore. Ebbene, GG starebbe già da tempo lavorando per favorire l’ascesa di Mario Draghi al Quirinale tranquillizzando però i parlamentari spaventati da una chiusura anticipata della legislatura e quindi dalla possibilità di perdere la poltrona.

    Anche molti leghisti cominciano a tremare, stante i sondaggi perennemente in calo e il prossimo taglio dei parlamentari in arrivo. Ebbene che cosa ha escogitato GG? Dopo l’interregno di Renato Brunetta (che come ministro più anziano avrebbe la reggenza del Paese nel periodo di vuoto tra la nomina di Draghi al Quirinale e l’incarico per il nuovo premier) a palazzo Chigi sarebbe pronta ad arrivare una donna, Marta Cartabia, ora ministro della giustizia.

    Gradita anche all’inquilino attuale del Quirinale, sarebbe perfetta, dicono ai piani alti del Mise, per portare a termine la legislatura seguendo il solco tracciato da Mario Draghi che comunque continuerà ad elargire consigli e a tenere d’occhio le sorti del paese dal Quirinale. Il vero banco di prova per la sua candidatura a palazzo Chigi sarà la riforma della giustizia: se riuscirà a destreggiarsi tra le richieste delle forze politiche ed a portare a termine il compito in maniera soddisfacente, mettendo d’accordo tutti, allora la strada per la presidenza del Consiglio (e quindi per la “salvezza” della legislatura) sarà spianata.

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