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    Marino: “Al Quirinale ci vuole una donna, basta tecnici”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 12 Gen. 2022 alle 15:08 Aggiornato il 12 Gen. 2022 alle 15:16
    “Partecipai 2 volte all’elezione del capo dello stato, votando per il ruolo e non per gli schieramenti dei partiti. Nel 2013 votai Rodotà. Ero un suo amico, ma non lo avrei mai votato per questo motivo. Lo votai perché lo ritenevo il miglior candidato per la sua saggezza, laicità, cultura e umanità. Oggi sarebbe auspicabile la scelta di una donna o un uomo in grado di restituire ruolo al Parlamento, oggi svuotato di ogni valore e chiamato a certificare leggi scritte da qualche tecnico ministeriale. Sconosciuto e non eletto”, lo afferma l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino in un’intervista al Fatto Quotidiano.
    Su Berlusconi in corsa, l’ex sindaco dà una risposta tranciante: “Racconta il nostro Paese”. E sullo stato del centrosinistra va giù duro contro il Pd: “Il Pd ha distrutto la sinistra italiana per i capricciosi interessi dei propri dirigenti. È necessario ricostruirla. In Italia esiste una maggioranza che crede nella laicità dello Stato, nella scuola e nella sanità pubblica come beni imprescindibili per l’uguaglianza e la giustizia sociale. Nel dritto alla dignità personale e al lavoro, ad aspirare alla propria affermazione sulla base del merito. Non vedo però chi rappresenti questi valori se non pochi esponenti isolati dalla distruzione sistematica e voluta dalle ideologie di sinistra”.
    E infine un giudizio sull’operato del governo attuale e precedente: “Speranza e Sileri hanno svolto un ottimo lavoro. Stabilire il lockdown quando la pandemia colpì l’Italia nel 2020 fu una decisione che permise di salvare moltissime vite. Negli ultimi 2 anni sono stati emanati tantissimi decreti ma vi è una netta distinzione tra i decreti del presidente del consiglio e un atto come il decreto-legge del 7 gennaio 2022”.
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