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    Manovra, emendamento maggioranza cancella il bonus cultura ai 18enni. Fondi riversati su spettacoli e libri

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 9 Dic. 2022 alle 14:02 Aggiornato il 9 Dic. 2022 alle 14:09

    I 18enni dovranno dire addio al bonus per teatri, cinema, spettacoli dal vivo, libri, abbonamenti a quotidiani e periodici, musei, concerti e mostre. Un emendamento della maggioranza (FdI, Lega e FI) alla legge di Bilancio abroga la misura e ri-destina le risorse – pari 230 milioni di euro annui a decorrere dal 2022 – a finalità di sostegno del mondo dello spettacolo e della cultura.

    Addio all’App 18. Il bonus, accessibile dal 1° aprile 2021, deve essere speso entro il 28 febbraio 2022. Non sono previsti limiti di spesa per un singolo acquisto. Però non si possono comprare più biglietti per uno stesso spettacolo o più copie dello stesso libro. Il bonus funzionava tramite una app apposita (18app). Il bonus finora è sempre stato riconosciuto a tutti i neo-diciottenni, senza limiti di reddito. Ora si va dal rafforzamento del Fondo per il sostegno economico temporaneo dei lavoratori dello spettacolo al Fondo per gli operatori dell’editoria e delle librerie, dal Fondo per lo spettacolo dal vivo al sostegno delle attività di rievocazione storica de «La Girandola» di Roma.

    Forza Italia spinge per un ulteriore aumento delle pensioni minime, da 574 euro alla soglia psicologica dei 600, ma la Lega frena. Dubbi legati alle risorse a disposizione: qualora non dovessero esserci nell’immediato fondi a sufficienza, l’obiettivo sarà raggiunto «nel corso della legislatura», afferma il sottosegretario leghista al Lavoro Claudio Durigon, provocando però l’irritazione degli azzurri. «Non si può dire una cosa nella riunione di maggioranza e poi un’altra fuori», protestano fonti del partito di Silvio Berlusconi, secondo cui nel vertice di ieri a Palazzo Chigi sulla manovra ci sarebbe stata un’apertura a un piccolo incremento, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che avrebbe spiegato la necessità di calcolare l’entità e l’età di partenza, dai 75 o dagli 80 anni.

    La notizia della possibile cancellazione del bonus ha suscitato le critiche dell’opposizione. «Un emendamento di Fratelli di Italia – il partito della Meloni – vuole cancellare la 18App, il bonus cultura per i giovani. Per me è un errore gravissimo», scrive su Twitter il leader di Italia viva, Matteo Renzi, che ha promosso una petizione contro l’abolizione del bonus. «Chiediamo alla premier Meloni di intervenire per bloccare la distruzione del bonus cultura per i giovani. Sappiamo che alcuni parlamentari di Fratelli d’Italia dicono che con la cultura non si mangia. Ma noi non siamo d’accordo: tagliare sulla cultura e sui giovani è il modo piu’ sbagliato per costruire il futuro. Abbiamo lanciato questa idea sette anni fa e da allora molti Paesi hanno copiato la nostra idea, cominciando da Francia e Germania. Distruggere il bonus cultura solo perché l’ha introdotto Renzi significa fare del male alle nuove generazioni. E all’industria della cultura», si legge nel testo della petizione.

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