Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Politica
  • Home » Politica

    Su evasori e contanti la spunta Di Maio: Conte cambia la manovra e scontenta gli alleati

    Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il premier Giuseppe Conte

    Un lungo vertice di maggioranza sul decreto fiscale. Ma resta il nodo flat tax

    Di Maria Teresa Camarda
    Pubblicato il 22 Ott. 2019 alle 07:44 Aggiornato il 22 Ott. 2019 alle 08:21

    Manovra, Conte cede a Di Maio su evasori e contanti: scontenti gli alleati

    Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte messo alle strette, cede alle pressioni del capo del M5s Luigi Di Maio e ritocca la manovra. A una settimana dal via libera “salvo intese”, dopo un intenso “round” di incontri e un vertice di maggioranza lungo oltre due ore e mezza, arriva quindi l’accordo sul decreto fiscale. Ma questa intesa è ben lungi dall’essere una soluzione definitiva che possa mettere la parola fine alle discussioni nella maggioranza.

    Sia perché alcuni aspetti – in particolare sulle partite Iva – sono da definire, sia perché “non è ancora chiusa” la legge di bilancio. Ma, almeno, in nottata, è arrivato un via libera di massima su nodi ancora aperti, dal carcere agli evasori, dal tetto al contante alle multe per chi non faccia pagare con pos.

    È in nome della responsabilità e della necessità di non perpetuare lo schema di una maggioranza litigiosa, che Giuseppe Conte ha messo attorno al tavolo gli alleati di governo dopo un fine settimana di scontri durissimi. Il premier, quindi, sigla una tregua con il capo politico dei Cinque Stelle Luigi Di Maio. Poi in serata, con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, incontra una ad una le delegazioni di maggioranza, prima del lungo vertice serale, che fa slittare alle 23.30 il Consiglio dei ministri sul decreto terremoto che era previsto alle 19.

    “L’intesa sull’inasprimento delle norme per i grandi evasori adempie al punto 16 del programma di governo e rientra nella strategia di lotta all’evasione centrale per il governo”, afferma il capo delegazione del Pd Dario Franceschini. “Il fatto poi che nel decreto fiscale sia previsto che le norme entreranno in vigore non subito ma soltanto al momento della conversione, garantisce il Parlamento sulla possibilità di approfondirne tutti gli effetti e conseguenze”, conclude il ministro dei Beni culturali.

    Dal Pd e da Leu emerge invece insofferenza sia per i modi in cui i Cinque stelle hanno rimesso in discussione quanto fatto la scorsa settimana in Cdm, sia perché – sottolinea Federico Fornaro – “le norme dovrebbero essere di tutti e non di un singolo partito”.

    Ma alla fine esultano i Cinque stelle, che ottengono le modifiche chieste al testo: “Il M5s non molla mai!”, scrive il ministro degli Esteri Di Maio su Facebook.

    Cosa prevede l’intesa della maggioranza

    L’intesa, dunque. Slittano a luglio 2020 sia l’abbassamento del tetto al contante (che non piace a Iv e a parte del M5s) sia le multe per chi non faccia pagare con pos, nell’attesa di un accordo sul calo dei costi delle commissioni delle carte di credito.

    Arriva una novità anche per il “Superbonus della Befana” fortemente voluto dal premier: come previsto, arriverà a gennaio 2021 ma premierà solo le spese effettuate con carte e bancomat a partire da luglio 2020. Le risorse a disposizione – spiegano da Palazzo Chigi – restano 3 miliardi, che si tradurrebbero in un bonus tra i 300 e i 500 euro per le spese dal parrucchiere e l’estetista, ma anche da meccanico ed elettrauto, elettricista, idraulico, ristorante.

    Lotta dura all’evasione fiscale

    C’è l’intesa sulla manovra tra Conte e Di Maio anche sull’inasprimento del carcere per gli evasori e sulla confisca per sproporzione, sul modello di quella che si applica ai mafiosi. Il ministro Alfonso Bonafede annuncia che si passerà “da un minimo di 4 anni a un massimo di otto anni” di carcere per i grandi evasori partendo da una “somma evasa di 100mila euro”.

    La stretta entrerà subito nel testo del decreto fiscale ma con la postilla che le nuove norme entreranno in vigore non subito, ma solo dopo il via libera finale al decreto. Si garantirà così sia la certezza della pena, sia – come sottolinea Dario Franceschini – che “il Parlamento potrà approfondire tutti gli effetti e le conseguenze”. Insomma, ancora ampio spazio al confronto.

    Ma Bonafede assicura di non temere modifiche e Di Maio festeggia l’intesa sulla norma di bandiera del M5s: “Finalmente tocchiamo gli intoccabili!”. La discussione però probabilmente proseguirà. A partire dal nodo delle norme sulle partite Iva a cui si applica il regime forfettario al 15%. “Siamo al lavoro. Sarà oggetto della discussione nei prossimi giorni”, racconta Di Maio, facendo riferimento alle norme che dovrebbero entrare nella legge di bilancio.

    Le nuove regole per limitare gli abusi erano state fortemente volute dal ministero dell’Economia. Ora arriverebbe il divieto di cumulo per chi guadagni oltre 30mila euro da lavoro dipendente (sono d’accordo tutti i partiti), mentre salterebbe il calcolo analitico del reddito su cui applicare la tassazione forfettaria ma i Cinque stelle vorrebbero far saltare anche il tetto alle spese per investimenti.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version