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    Da Matrimonio a Prima Vista Italia al ricorso contro l’elezione di Conte: chi è Steven Hutchinson, l’attivista M5S che ha gettato nel caos il partito

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 8 Feb. 2022 alle 08:30

    Chi è Steven Hutchinson, l’attivista M5S che ha presentato ricorso contro l’elezione di Conte

    Tra i dissidenti che hanno presentato e vinto il ricorso contro la modifica dello statuto che aveva portato all’elezione di Giuseppe Conte, c’è anche Steven Hutchinson: ma chi l’attivista M5S che ha gettato nel caos il partito?

    Quarantenne napoletano, di padre americano, Steven Hutchinson lavora come capotreno per Trenitalia. Prima di avvicinarsi alla galassia dei 5 Stelle, l’attivista ha anche partecipato a un programma televisivo.

    Hutchinson, infatti, è stato tra i concorrenti della seconda edizione di Matrimonio a Prima Vista Italia, reality all’epoca in onda su Sky, in cui sei persone, che non si conoscono tra loro, vengono abbinate per formare tre coppie incontrandosi per la prima volta il giorno del loro matrimonio.

    Steven Hutchinson venne abbinato a Sara Giacomini, ma l’esperimento funzionò in parte. I due, infatti, proseguirono il fidanzamento anche dopo la fine della trasmissione televisiva, ma poi finirono per lasciarsi.

    “È stata un’esperienza molto forte ed emozionante – raccontò Hutchinson all’epoca – e le cause della rottura sono da attribuire a entrambi, soprattutto per i problemi derivati dal trasferimento di lei a Napoli, una cosa non facile da superare”.

    Ora, l’uomo è tornato alla ribalta per essere stato, insieme a Renato Delle Donne e Liliana Coppola, tra coloro che si sono opposti alla modifica dello statuto del M5S che ha incoronato Giuseppe Conte come leader.

    “Chiediamo il ripristino della democrazia interna, lasciando spazio agli iscritti e mettendo da parte i responsabili di questo sfacelo, i responsabili di questa distruzione del Movimento” ha spiegato alla Dire Hutchinson.

    “I responsabili della distruzione del Movimento? Sono Vito Crimi, tutta la classe dirigente, Grillo stesso ha le sue responsabilità. Grillo si era esposto pubblicamente, aveva messo sull’attenti il gruppo. I magnifici 7 andarono a Marina di Bibbona, c’erano anche Di Maio e Fico, e spingevano per modifiche allo statuto, ma in realtà hanno fallito perché, come certificato dal tribunale, erano illegittime”.

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