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    M5s, 9 eletti sono stati espulsi prima delle elezioni: cosa faranno ora?

    Nove neo-parlamentari erano stati espulsi dal M5s dopo la presentazione delle liste, ma sono stati eletti comunque. Potrebbero ingrossare le fila di altri schieramenti o appoggiare il Movimento da esterni

    Di Luca Serafini
    Pubblicato il 16 Mar. 2018 alle 17:38 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:27

    Il Movimento Cinque Stelle ha trionfato alle elezioni del 4 marzo (qui le ultime notizie), affermandosi come il primo partito in Italia in termini di consensi.

    Tuttavia, a causa dell’assetto ormai tripolare della politica italiana, con tre schieramenti tutti sopra il 20 per cento, il Movimento non ha i numeri per formare da solo un governo.

    A questo si aggiunge un ulteriore problema: ci sono nove parlamentari eletti coi Cinque Stelle che erano stati espulsi, per varie ragioni, dopo la presentazione delle liste.

    Questi ex esponenti pentastellati hanno ottenuto comunque l’elezione in parlamento. Ora si pone la questione della linea che seguiranno a Montecitorio e a Palazzo Madama.

    Il Movimento, nei giorni immediatamente successivi alle elezioni, ha subito avvertito questi neoparlamentari che, in caso di mancate dimissioni, sarebbe partita una causa per danno di immagine contro di loro.

    La minaccia, a quanto pare, non ha però sortito l’effetto sperato, almeno non per tutti. Alcuni degli espulsi dal M5s hanno infatti tutte le intenzioni di conservare comunque il loro posto alla Camera o al Senato.

    Da regolamento, tutti e nove andranno a far parte del gruppo misto. La domanda però è: continueranno a dare un appoggio esterno al Movimento 5 Stelle o passeranno ad altri schieramenti?

    Secondo alcune voci di corridoio, che sono state confermate a noi di TPI, tra i nove espulsi qualcuno starebbe seriamente prendendo in considerazione l’ipotesi di passare tra le fila del centrodestra.

    La coalizione formata da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia è quella che può contare sul maggior numero di parlamentari. Una piccola aggiunta, anche se dell’ordine di poche unità, farebbe ovviamente molto comodo in questa fase a Salvini, Berlusconi e Meloni.

    Non va dimenticato, tra l’altro, che durante la campagna elettorale fu proprio Silvio Berlusconi a lanciare un messaggio diretto agli ex esponenti del Movimento.

    In un’intervista al Corriere della Sera, l’ex Cavaliere aveva dichiarato: “Se alcuni parlamentari eletti con il simbolo dei 5 Stelle passassero con la nostra coalizione noi saremmo molto contenti, e lo sarebbero anche loro perché così loro potrebbero incassare l’indennità parlamentare nella loro totalità”.

    Dichiarazioni, queste, che avevano suscitato l’indignazione di diversi esponenti del Partito Democratico.

    È quindi plausibile che questi neoparlamentari espulsi dal Movimento cedano al corteggiamento del centrodestra? O altrimenti, quale potrebbe essere la loro linea?

    Vediamo la situazione caso per caso:

    Gli espulsi che potrebbero dare un appoggio esterno al M5s

    Maurizio Buccarella

    Senatore al secondo mandato, Buccarella è stato espulso dal Movimento 5 Stelle per il caso rimborsopoli, riferito alle mancate restituzioni delle indennità parlamentari da parte di esponenti pentasetellati.

    Buccarella aveva dichiarato di voler rinunciare alla candidatura, ma di non averlo potuto fare perché la richiesta sarebbe stata respinta dalla Corte d’appello.

    A quel punto, Buccarella ha affermato di volersi iscrivere al gruppo misto garantendo un appoggio esterno al Movimento. Il senatore ha anche fatto presente che un’eventuale rinuncia, una volta eletto, non avrebbe avuto senso, perché tutti i suoi sostituti nel listino proporzionale erano a loro volta eletti.

    Il seggio, di conseguenza, sarebbe rimasto non assegnato (qui vi abbiamo spiegato l’anomalia contenuta nel Rosatellum, e per la quale il Movimento avrebbe eletto “troppi parlamentari”).

    Andrea Cecconi

    Anche in questo caso di tratta di un parlamentare al secondo mandato. Cecconi è stato eletto nuovamente alla Camera nel collegio di Pesaro, dove ha sconfitto il ministro dell’Interno Marco Minniti pur non avendo fatto campagna elettorale.

    Anche lui, infatti, è stato espulso dai Cinque Stelle per il caso rimborsopoli.

    Come Buccarella, però, ha dichiarato di voler garantire un appoggio esterno al Movimento iscrivendosi al gruppo misto.

    Gli espulsi “alla finestra” che potrebbero passare ad altri schieramenti

    Emanuele Dessì

    Il caso più controverso che ha colpito il Movimento Cinque Stelle in campagna elettorale è quello di Emanuele Dessì. Candidato nel listino proporzionale del collegio Lazio 3, Dessì è finito al centro delle polemiche dopo che, in un video, lo si vedeva ballare con un membro del clan Spada di Ostia, Domenico detto “Vulcano”, condannato per usura ed estorsione.

    “Facevo il pugile e insegnavo pugilato, e ovviamente frequentavo le palestre, anche quella in cui si allenava Domenico Spada” ha spiegato poi Dessì su Facebook.

    Tuttavia, sempre su Facebook è spuntato un suo post non esattamente edificante in cui, nel 2015, si vantava di aver picchiato un ragazzo rumeno:

    Dessì, travolto dalle polemiche, alla fine ha ritirato la sua candidatura. Le motivazioni della rinuncia tuttavia non sono mai state chiare, dal momento che lo stesso Dessì ha dichiarato di aver firmato un foglio senza nemmeno aver capito cosa ci fosse scritto.

    Non è ancora chiaro cosa farà in parlamento, ma non sembra intenzionato a dimettersi.

    Antonio Tasso

    Espulso dal Movimento per una condanna in primo grado (poi prescritta) del 2007, legata alla masterizzazione illegale di Cd. Poiché gli era stata concessa la non menzione della condanna stessa nel casellario giudiziario, Tasso non aveva segnalato la circostanza ai dirigenti pentastellati.

    Ha detto esplicitamente che non si dimetterà da deputato.

    Carlo Martelli

    Eletto al Senato, fa parte degli espulsi per il caso rimborsopoli. Al momento ha dichiarato che si starebbe “prendendo del tempo” per valutare se dimettersi o meno.

    Silvia Benedetti

    Eletta a Montecitorio, espulsa per il caso rimborsopoli, ha sempre negato le sue responsabilità. Dopo il 4 marzo non ha rilasciato dichiarazioni, ma le sue dimissioni appaiono improbabili.

    Catello Vitiello

    Espulso perché ha nascosto al Movimento la sua passata appartenenza alla massoneria, Vitiello è stato eletto alla Camera. Per il momento ha detto che spera di chiarire quello che lui definisce un “malinteso” con i vertici pentastellati.

    Qualora però non dovesse essere reintegrato, Vitiello ha affermato che non passerà ad altri gruppi. Non è chiaro, però, se garantirà un appoggio esterno al Movimento

    Salvatore Caiata

    Presidente del Potenza Calcio, eletto a Montecitorio, la sua espulsione è dovuta ad un’indagine a su carico per riciclaggio. Ha già detto che non si dimetterà e che spera di chiarire la sua posizione con i vertici del Movimento.

    Qualora non dovesse riuscirci, non è chiaro come si comporterà in parlamento.

    Giulia Sarti

    Il caso di Giulia Sarti è diverso dagli altri: eletta alla Camera, si è autosospesa lei stessa dal Movimento dopo aver denunciato il fidanzato per il caso rimborsopoli. I Cinque Stelle sembrano però pronti a reintegrarla.

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