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    Casaleggio contro il M5S: “Non vado agli Stati Generali, è già tutto deciso”

    Davide Casaleggio, presidente dell'associazione Rousseau. Credit: Casaleggio.it
    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 14 Nov. 2020 alle 12:52

    Sabato 14 e domenica 15 novembre si tiene la due giorni conclusiva degli Stati Generali del Movimento 5 Stelle, una sorta di primo Congresso per il movimento, alle prese con la più profonda crisi interna della sua storia. A causa dell’emergenza Covid-19, la convention si svolgerà interamente online. Domenica pomeriggio, a partire dalle 15.30, è in programma l’appuntamento più atteso: il dibattito pubblico al quale prenderanno parte, tra gli altri, Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Roberto Fico, Lucia Azzolina, Paola Taverna, Stefano Buffagni e Danilo Toninelli. Sempre domenica è previsto anche un intervento del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

    Non ci sarà, invece, Davide Casaleggio, il presidente dell’Associazione Rousseau, sempre più in rotta con la dirigenza pentastellata. Oggi Casaleggio ha scritto un post su Facebook in cui motiva il suo forfait con un tono aspramente critico: “Ho ricevuto ieri l’invito a partecipare nella discussione di domenica. Ho deciso di declinare perché ritengo che se ci sono delle regole di ingaggio, queste debbano essere rispettate”, scrive il figlio di Gianroberto Casaleggio, fondatore del Movimento.

    “Leggendo il documento di guida della discussione del primo giorno, registro che molte decisioni sono già state date per acquisite e si chiedono solo i dettagli. Su altre, come la questione sul vincolo dei due mandati l’indicazione dai territori é stata chiara, ossia che rimanga intoccabile, ma al primo punto del documento guida si indica esplicitamente di dibattere su eventuali deroghe da adottare”, prosegue il presidente di Rousseau.

    “Penso sia doveroso pubblicare i voti sia dei delegati del sabato sia dei relatori della domenica prima dell’evento, come anche i verbali delle riunioni provinciali e regionali, nella versione originale, che riportino i risultati degli incontri ufficiali nei quali tutti hanno potuto partecipare e che oggi non sono pubblici. Inoltre, le persone che dibatteranno dei nostri valori dovrebbero in primis aver rispettato le regole che abbiamo oggi. Non vorrei che si arrivi al paradosso che a scrivere le regole siano anche coloro che per primi non le rispettano. Probabilmente tutto ciò potrebbe dare l’integrità e la trasparenza che merita questo percorso”.

    Vito Crimi, capo politico reggente del M5S, prova a gettare acqua sul fuoco: “Lo scopo di questi Stati Generali non è quello di dividere ma di aggiungere un valore alla democrazia diretta”, dice in un video su Facebook. Ma il clima che circonda il “congresso” pentastellato resta teso. Da una parte l’ala governista, incarnata in primis dall’ex leader Di Maio – che vorrebbe una guida collegiale -, dall’altra la fronda anti-sistema, rappresentata dall’ex deputato Alessandro Di Battista, contrario alle alleanze strutturali col Pd e alle deroghe al limite dei due mandati.

    Il viceministro dello Sviluppo economico, Stefano Buffagni, lancia un appello all’unità e auspica la presenza dello stesso Di Battista in un nuovo direttorio, un organo di guida collegiale che – dice Buffagni in una intervista al quotidiano La Repubblica – “può avere senso in questa fase”. “Qualunque scelta si faccia deve garantire l’assunzione di responsabilità e di decisioni”, sottolinea il ministro.

    Per Buffagni “va definito meglio lo spazio d’azione di Rousseau”: “Il Movimento senza piattaforma non esiste, così come non esiste senza i suoi attivisti sul territorio”. Il ministro ribadisce poi il suo No all’alleanza strutturale con il Pd, “né con nessun altro”. “Anche se si volesse fare sul piano ideale, penso che finirebbe per depauperarci. E che alla fine, oggi, saremmo assorbiti dai dem”, osserva Buffani. Tuttavia “ragionando territorio per territorio, sui contenuti, sulle esigenze che vengono dal basso, non ho preclusioni. A patto che ci facciamo valere e non molliamo le nostre battaglie e i nostri punti fermi”.

    Leggi anche: Di Maio a TPI: “I governatori delle Regioni cambiano idea continuamente sul Covid, ora basta”

     

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