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    Anti-abortista e ammiratore di Putin: chi è Lorenzo Fontana, l’uomo della Lega per presiedere la Camera

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 14 Ott. 2022 alle 07:39

    Cambia in corsa il candidato della Lega come presidente della Camera: non più Riccardo Molinari, già capogruppo a Montecitorio (“gli ho chiesto di proseguire con questa carica, nonostante avesse tutte le carte in regola per fare il presidente della Camera”, ha detto Salvini), ma Lorenzo Fontana, vicesegretario della Lega e deputato, eletto all’uninominale in Veneto, noto ai più per le sue posizioni integraliste sui diritti civili e sulla Russia. Sui suoi profili social posta di continuo foto di santi e immagini sacre, che utilizza per portare avanti le sue battaglie, come quella per “restringere il diritto all’aborto”, quella contro le nozze tra persone dello stesso sesso (“non esistono”), o contro l’eutanasia. Nel suo Pantheon di politici internazionali ci sono Donald Trump (Fontana sognava una Lega che facesse da “partito cerniera” tra lui e il Cremlino), Marine Le Pen e Viktor Orban: “Grazie a lui il tasso di natalità è salito da 1,3 figli per donna a 1,6”.

    Per quanto riguarda Putin, una serie di dichiarazioni passate evidenziano la sua vicinanza alla Russia, poi ritrattata parzialmente dopo lo scoppio della guerra. Si è sempre opposto alle sanzioni verso Mosca, arrivando a farsi fotografare con una maglietta tematica, e fu invitato dal Cremlino come osservatore internazionale del referendum farsa con il quale la Crimea dichiarava di volersi unire alla Russia. Circostanza che potrebbe renderlo inviso a Fratelli d’Italia, che fa invece dell’atlantismo e della condanna senza attenuanti delle azioni della Russia un caposaldo della sua politica estera. Lorenzo Fontana prova simpatie anche per l’ultradestra tedesca di Alternative fur Deutschland, interpreti di una “esigenza di un ideale identitario”, per i politici che hanno portato avanti la Brexit, per gli “amici” di Alba Dorata, dichiarata organizzazione criminale in Grecia. Contrario invece “all’Europa della massoneria, dei Soros, della grande finanza” e, ovviamente, alla cosiddetta “invasione islamica”.

    Si è vantato di festeggiare San Marco e non la Resistenza il 25 aprile. A 22 anni era capo dei Giovani padani, a 27 consigliere comunale, a 29 europarlamentare, a 38 vicepresidente della Camera per due mesi e poi ministro alla Famiglia (giugno 2018-luglio 2019). Matteo Salvini è stato suo testimone di nozze: si sono conosciuti a Radio Padania alla fine degli anni Novanta, oggi potrebbe sedere sullo scranno più alto di Montecitorio.

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