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    Di Maio pronto al dialogo tra Pd e M5S, Di Battista tace ma non acconsente

    Molti organi di stampa hanno interpretato il silenzio di Di Battista come un muto dissenso nei confronti della possibilità di un nuovo governo Pd-M5S.

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 23 Ago. 2019 alle 08:49 Aggiornato il 23 Ago. 2019 alle 09:56

    Di Maio pronto al dialogo tra Pd e M5S, Di Battista tace ma non acconsente

    Luigi Di Maio sembra pronto a un dialogo tra Pd e M5S. Tra i Ciqnue Stelle ci sarebbero malumori per questa possibilità ma già nelle scorse settimane su Facebook aveva lanciato un attacco contro chi tentava di “destabilizzare il governo”. Il bersaglio polemico allora era probabilmente Alessandro Di Battista: “Non mi interessa se in buona fede o in mala fede, ma se qualcuno in questa fase destabilizza il Movimento con dichiarazioni, eventi, libri, destabilizza anche la capacità del Movimento di orientare le scelte di Governo. Qui stiamo lavorando per il Paese, e questo non lo posso permettere. Abbiamo tutti una grande responsabilità. Sentiamola”.

    Luigi Di Maio si era già infuriato con Di Battista a giugno durante un’assemblea territoriale a porte chiuse a Terni registrata da Fanpage.it. In quell’occasione aveva attaccato “Dibba” per le critiche contenute nel suo libro “Politicamente scorretto” in cui sostiene che gli esponenti del M5S siano diventati ormai “burocrati chiusi nei ministeri”.

    Secondo un articolo di Repubblica del 22 agosto ci sarebbe un’area dei Cinque Stelle che preme per far saltare l’accordo con il Pd e molti organi di stampa hanno interpretato il silenzio di Di Battista come un muto dissenso nei confronti della possibilità di un nuovo governo Pd-M5S. libero titola così un retroscena del 22 agosto: “Alessandro Di Battista vuole tornare con Salvini: guai per Di Maio, i filoleghisti pronti a farsi sentire”.

    Dialogo Pd M5s: il silenzio di Di Battista

    Il 18 agosto Di Battista scriveva sulla sua pagina Facebook: “Non so chi sia meno credibile e più inaffidabile tra Renzi e Salvini. Forse, per saperlo, dovremmo chiedere a Verdini…… che è un’ottimo amico e consigliere di entrambi”.

    In quest’ala contraria all'”inciucio” ci sarebbe anche il senatore pentastellato Gianluigi Paragone che su Facebook si esprime così sul futuro di un governo giallorosso: “Più sento parlare quelli del Pd e più avverto quel solito senso di spocchia e di superiorità che mal sopporto… Sanno sempre tutto loro: ora dovete cambiare, dovete fare quello che vi diciamo noi e vedrete che alla fine entrerete nel club dei buoni, dei bravi… Quindi quando dicevamo che avevano creato povertà e distrutto il ceto medio scherzavamo? Io no, sia chiaro”.

    Per il momento comunque Di Battista tace, intercettato da Adn Kronos il 22 agosto ha semplicemente dichiarato che condivide “al mille per mille” i punti esposti da Di Maio nel suo discorso dopo le consultazioni con Mattarella, non sembra dunque volersi esporre su un percorso che probabilmente non condivide completamente e sui social non pubblica niente da ormai cinque giorni.

    L’intervista di Luigi Di Maio al Corriere

    Luigi Di Maio nel frattempo in un’intervista al Corriere della Sera ha invece smentito l’esistenza di divisioni interne, ha detto di aver parlato con “Alessandro” e ha aggiunto “siamo molto uniti e compatti, soprattutto ora ed è importante. (…) Non iniziate con le solite strumentalizzazioni. Noi siamo diversi dai partiti e dal sistema e internamente abbiamo diverse anime che giustamente si interrogano su tante cose, ma hanno fiducia nel M5S. Noi continuiamo ad essere gli stessi, per noi contano le proposte, i temi”.

    Su un eventuale ritorno con la Lega invece Di Maio sembra scettico: “Abbiamo bisogno di dare certezze agli italiani, non di dirgli un giorno una cosa e un giorno l’altra”. Alla domanda se con la Lega è finita risponde “Salvini l’8agosto ha detto di voler tornare al voto perché non voleva più governare con il M5S”.

    Questo pomeriggio si incontreranno i capigruppo M5s, Francesco D’Uva e Stefano Patuanelli, e la delegazione Pd, formata dai capigruppo Andrea Marcucci e Graziano Delrio e dai vicesegretari Andrea Orlando e Paola De Micheli. Il capogruppo dei Cinque Stelle ieri sera al termine di una riunione notturna ha espresso fiducia nella possibilità di dialogo con i dem: “Siamo fiduciosi, una base c’è e siamo tutti persone serie e affidabili”, forse alludendo all’inaffidabilità del leader della Lega.

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