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    Governo Conte bis, Bersani a TPI: “Questo è un governo ultra-legittimo. Salvini si faccia curare e stia attento alle parole”

    Pierluigi Bersani (Photo by Andrea Ronchini/NurPhoto)

    Pierluigi Bersani rappresenta oggi i delusi del popolo di sinistra, ma sul nuovo governo si dice fiducioso

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 12 Set. 2019 alle 15:07 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 15:07

     

    Bersani commenta il governo Conte bis

    Pierluigi Bersani è oggi il più apprezzato (e rivalutato) da quel popolo deluso, offeso, dimenticato che è il popolo della sinistra. Ai microfoni di TPI ha spiegato cosa pensa del nuovo governo Conte bis e delle prospettive future:

    È nato il nuovo governo giallorosso, ora c’è la scelta dei sottosegretari. Che aria tira?

    I balletti ci sono sempre, in qualche giorno la matassa verrà sbrogliata, abbiamo una legge che fece il governo Letta che fissa un numero chiuso dei membri del governo. Forse la discussione è ora più difficile per questo motivo; è più complicato allungare il brodo.

    Come vede questa nuova alleanza Pd-M5S?

    È un governo pienamente legittimo, costituzionale, non è passato per le urne, ma anche quello precedente non era passato per le urne, come alleanza.

    Salvini ha detto che si tratta di un governo illegittimo. Cosa ne pensa?

    Salvini deve farsi curare, perché deve stare attento a usare le parole. Questo è un governo costituzionale. Finché non avremo una costituzione che dice che bastano i sondaggi a convocare le elezioni – cosa che vuole Salvini – noi abbiamo un’altra costituzione. Questo è un governo ultra-legittimo e fatto tra la prima e la seconda forza politica uscita dalle urne, non tra la prima e la terza, come fu all’inizio di questa legislatura.

    Durerà questa alleanza?

    Questo governo durerà pedalando. Non c’è altro modo di stare in piedi sulla bicicletta, bisogna pedalare. E rivolgersi alle aspettative popolari fondamentali che in questi anni sono state largamente deluse. E poi un’alleanza, per durare, deve darsi anche un orizzonte politico. Quindi la domanda che Conte dovrebbe fare ai leader è: “Ma voi, da grandi, cosa volete fare? Come vi immaginate? In compagnia o ciascuno per conto suo”.

    Il primo banco di prova sono le regionali.

    Lì siamo molto sotto, lì ci vuole un messaggio amichevole, luogo per luogo, che dica reciprocamente: ‘C’è una novità nazionale, è il caso che la smentiamo? O è il caso che gli diamo una chance?’. Questo può essere detto, ma sconsiglierei di stringere dei documenti di alleanza a Roma, non funziona così.

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