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    “Vi spiego perché Gentiloni può andare avanti con pieni poteri”, parla il costituzionalista Cassese

    Credit: Afp

    Le dimissioni del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni non sono state ancora accettate dal presidente Mattarella, che lo farà solo quando si sarà formato un nuovo governo

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 29 Apr. 2018 alle 13:28 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:25

    Cassese: “Vi spiego perché Gentiloni può andare avanti con pieni poteri” | Cosa si intende con l’espressione “affari correnti”? | Chi è Sabino Cassese | Elezioni 2018, le ultime notizie

    “Il governo Gentiloni è ancora in carica”. In un’intervista all’agenzia Agi, il costituzionalista Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale ed ex ministro per la Funzione pubblica nel governo Ciampi, spiega per quale motivo l’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni è ancora in carica e può andare avanti con pieni poteri.

    Cassese ricorda che il 23 marzo il presidente della Repubblica ha ricevuto il presidente del Consiglio Gentiloni, che gli ha presentato le sue dimissioni. Ma il capo dello Stato ha invitato il premier a “rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti”.

    “Questo vuol dire che il Presidente del Consiglio dei ministri ha dato le dimissioni, ma che queste non sono state (ancora) accettate”, sostiene Cassese. “Solo con l’accettazione delle dimissioni, quando si formerà il nuovo governo, verrà a scadenza quello precedente”.

    Per quale motivo il governo Gentiloni resta in carica con pieni poteri?

    Quando il presidente del Consiglio presenta le dimissioni, il presidente della Repubblica non le accetta fino alla formazione del nuovo governo. Questo perché, per il principio costituzionale della continuità dello Stato, l’Italia deve avere sempre un governo in carica.

    Al contrario di quanto accade per altre cariche dello Stato, infatti, per il governo non esistono “supplenti”.

    Un’altra formula utilizzata dal presidente della Repubblica in questi casi, oltre alla richiesta di “disbrigo degli affari correnti”, è la “presa d’atto” delle dimissioni.

    Anche questa formula indica che il governo deve continuare a svolgere i suoi compiti.

    “Il governo Gentiloni non è stato sfiduciato. Ma, d’altra parte, esso è rappresentativo di forze politiche che sono ben diverse da quelle che hanno avuto la prevalenza nelle ultime elezioni”, sottolinea Cassese.

    Cosa si intende con l’espressione “affari correnti”?

    Secondo quanto spiega Cassese, il contenuto dell’espressione “affari correnti” è definito dai governi di volta in volta incaricati di svolgerli. Sul tema, però, si sono formati degli orientamenti costanti.

    “Tutti i governi, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, vi hanno incluso l’attuazione di decisioni già assunte dal parlamento, l’adempimento di obblighi comunitari, i provvedimenti urgenti e molti altri compiti, secondo orientamenti flessibili che sono dettati da prassi e correttezza nei confronti di un ‘nuovo’ Parlamento”, spiega Cassese.

    Tra gli affari correnti rientrano la partecipazione a riunioni degli organi dell’Unione europea, misure economiche urgenti e atti di iniziativa parlamentare resi necessari da calendari stabiliti da norme.

    Chi è Sabino Cassese

    Sabino Cassese, giudice emerito della Corte costituzionale ed ex ministro per la Funzione pubblica nel governo Ciampi, da alcune settimane viene indicato dalla stampa come possibile nome prediletto dal capo dello Stato Sergio Mattarella per guidare un eventuale “governo del presidente” (qui tutti gli aggiornamenti sulle consultazioni in vista della formazione del governo).

    Cassese, infatti, non è solo una figura autorevole e istituzionale, ma ha anche dei legami con Giacinto Della Cananea, il professore di Diritto pubblico incaricato da M5S di esaminare i punti di convergenza tra il programma elettorale del Movimento e quelli di Pd e centrodestra in vista della firma di un “contratto di governo” (qui i dieci punti proposti da M5S).

    Giacinto Della Cananea, infatti, sarebbe stato allievo di Cassese, oltre che suo consulente quando era ministro per la Funzione pubblica nel governo Ciampi. Della Cananea si occupava in particolare di semplificazione amministrativa.

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