Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Politica
  • Home » Politica

    Cos’è la Fondazione Open, al centro di un’inchiesta per traffico d’influenze illecite

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 27 Nov. 2019 alle 08:38 Aggiornato il 27 Nov. 2019 alle 11:07

    Fondazione Open: cos’è e come è nata

    La fondazione Open, nata per finanziare le iniziative politiche dell’ex premier Matteo Renzi, è finita al centro di un’inchiesta per traffico d’influenze illecite, riciclaggio e finanziamento illecito ai partiti. La procura di Firenze ha perquisito e indagato l’imprenditore Marco Carrai, amico personale di Matteo Renzi e già membro del Cda della stessa Open. L’imprenditore sarebbe stato riferimento dentro la fondazione di parte dei finanziatori su cui sta indagando la procura di Firenze. L’inchiesta ha l’obiettivo di chiarire i rapporti tra la fondazione Open e, appunto, i suoi finanziatori.

    L’inchiesta sulla fondazione Open era emersa nel settembre scorso quando a Firenze venne perquisito lo studio dell’avvocato Alberto Bianchi, ex presidente della Open, indagato per traffico di influenze illecite. Tra i documenti che gli furono sequestrati, ci sarebbero i bilanci della Open e la lista dei finanziatori della fondazione. Scondo quanto emerge gli investigatori avrebbero individuato legami, ipotizzati come anomali, tra le prestazioni professionali, rese dall’avvocato Alberto Bianchi di Firenze e da collaboratori del suo studio, e i finanziamenti percepiti dalla Open.

    Open aveva sostenuto, tra le altre cose, la Leopolda di Matteo Renzi.

    Tra gli altri reati ipotizzati a vario titolo nell’inchiesta, che conta più indagati, ci sarebbero anche quelli di riciclaggio, autoriciclaggio, appropriazione indebita aggravata, false comunicazioni sociali.

    Che cos’è la fondazione Open

    La fondazione Open è nata nel 2012, e inizialmente si chiamava ‘Big Bang’. L’obiettivo era quello di sostenere le iniziative politiche come la Leopolda di Matteo Renzi, la sua campagna elettorale per le primarie del Pd e la campagna per il Sì al referendum costituzionale.

    La fondazione è rimasta attiva fino all’aprile 2018, e in tutto ha raccolto donazioni per oltre sei milioni di euro. Fino a quell’anno, sul sito della fondazione comparivano i nomi dei finanziatori che avevano dato il via libera a comparire nell’elenco. I nomi dei finanziatori che non avevano acconsentito a comparire sul sito sono finiti al centro della perquisizione di settembre a cui è stato  sottoposto il presidente della Fondazione, l’avvocato Alberto Bianchi.

    La fondazione avrebbe agito come una sorta di “articolazione” di un partito politico, secondo quanto dice la procura di Firenze.

    Open aveva sede nello studio dell’avvocato Bianchi, a Firenze, che è uno dei luoghi dove si sono svolte le perquisizioni della Guardia di finanza.

    Il consiglio di amministrazione, oltre al presidente Bianchi, comprendeva anche altri considerati fedelissimi di Renzi, il cosiddetto “Giglio magico”, tra cui Maria Elena Boschi, Marco Carrai e Luca Lotti.

    La procura e la Guardia di Finanza di Firenze stanno esaminando operazioni relative alle primarie 2012 e al ‘Comitato per Matteo Renzi segretario’. L’attenzione si sarebbe centrata pure su alcune ricevute di versamento da parlamentari. Gli investigatori avrebbero individuato legami, ipotizzati come anomali, tra le prestazioni professionali, rese da Bianchi e collaboratori del suo studio, e i finanziamenti avuti dalla Open. Il primo passaggio di denaro indagato è quello che coinvolge il gruppo di costruzioni Toto. Nell’agosto del 2016 Bianchi, a fronte di una fattura emessa per prestazioni professionali, ricevette dal gruppo Toto un pagamento di oltre 800mila euro, denaro che per l’accusa sarebbe stato in parte usato per finanziare Open, sui cui conti Bianchi versò 200mila euro il mese successivo.

    Altri 200.000 li versò al Comitato per il sì al referendum sulla Costituzione. Nello stesso anno lo studio Bianchi aveva ricevuto dal gruppo Toto circa 2 milioni per prestazioni professionali. Al vaglio i rapporti tra la fondazione e l’imprenditore Patrizio Donnini, che a sua volta, sempre nel 2016, avrebbe ricevuto dal gruppo Toto oltre 4 milioni di euro in parte con operazioni di compravendita di quote societarie effettuate dalla società immobiliare Immobil Green.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version