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    “Si metta a dieta e, se proprio non riesce, cerchi almeno di non pubblicizzarlo sui social”: il consiglio di Vittorio Feltri a Matteo Salvini

    Vittorio Feltri e Matteo Salvini

    Il messaggio è apparso in un editoriale pubblicato sul giornale "Libero"

    Di Rossella Melchionna
    Pubblicato il 3 Gen. 2019 alle 17:04 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:09

    Un consiglio per il vicepremier Matteo Salvini? Mettersi a dieta. La proposta arriva da Vittorio Feltri, direttore di Libero, che in un editoriale apparso il 3 gennaio 2019 sul quotidiano si rivolge direttamente al ministro dell’Interno e alla sua abitudine di condividere sui social i vari pasti della giornata.

    “Constatare che anche lei, come tutti gli umani, sente i morsi della fame e di conseguenza si nutre con la voracità di un lupo, può suscitare comprensione: la gente vedendola ritratto sui siti internet nell’atto quasi bestiale di addentare pane e Nutella oppure altre leccornie prodotte in Italia, di sicuro sente che il ministro dell’Interno è uno dei nostri, nel senso che è un signore molto vicino e molto simile al popolo, sempre intento a mettere insieme il pranzo con la cena e magari con la merenda e la colazione”, ha ironizzato il giornalista.

    Il suggerimento rivolto al leghista è, per Feltri, anche uno spunto per riflettere sulla situazioni politica in Italia, con lo sguardo rivolto al passato. “L’attività masticatoria è forse l’unico elemento che dimostri l’unità nazionale, accomuna la sinistra, la destra e persino il centro (benché non esista più), però essa evoca altresì un vizio antico della politica patria: il magna magna forsennato dei parlamentari cui si devono le sfortune del Paese in termini di debito pubblico”.

    Infine, sulla prima pagina di Libero, il direttore ha concluso: “(Salvini, ndr) Si dia una calmata. Oppure si avventi sulle vivande lontano dagli sguardi indiscreti dei frequentatori del Web, i quali poi la giudicano un ingordo leccapiatti. Tra l’altro desidero amichevolmente segnalarle che farsi notare col boccone in bocca, se da un canto suscita simpatia negli appetenti, che si sentono in buona compagnia, dall’altro provoca disgusto in chi, viceversa, è morigerato e considera volgare l’inghiottimento ostinato di alimenti”.

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