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    Elezioni europee: cosa succederà all’Europarlamento quando verrà approvata la Brexit

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 24 Apr. 2019 alle 17:10 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:05

    Le vicende sulla Brexit nel Regno Unito hanno creato non poco scompiglio all’organizzazione delle elezioni europee. Inizialmente l’uscita del Regno Unito dalla Ue era prevista per il 29 marzo, e questo significava che i britannici non avrebbero partecipato alle elezioni, e di conseguenza il parlamento avrebbe tagliato i suoi membri dagli attuali 751 a 705.

    Ma così non è stato. L’accordo sulla Brexit non è stato votato dal parlamento britannico e il governo May ha chiesto – e ottenuto dalla Ue – una proroga al 31 ottobre 2019.

    Le carte in tavola sono dunque cambiate: il Regno Unito dovrà votare alle elezioni ed eleggere 73 eurodeputati. Il parlamento rimarrà con lo stesso numero di deputati della scorsa legislatura, ovvero 751. Questo scenario si verificherà a patto che il parlamento britannico non voti l’accordo di divorzio entro il 22 maggio. Se al contrario May riuscirà a convincere Westminster ad approvare il suo accordo, già bocciato 3 volte anche dal suo stesso partito, entro il 22 maggio, ovvero il giorno prima delle elezioni, allora il Regno Unito non vi prenderà parte.

    Se i Conservatori vogliono sopravvivere devono raggiungere un accordo sulla Brexit prima delle elezioni Ue

    Qui di seguito tutti gli scenari possibili e le conseguenze:

    • Il parlamento britannico approva l’accordo entro il 22 maggio: il Regno Unito esce dalla Ue e non partecipa alle elezioni europee. Viene convocata una plenaria ad hoc per ratificare l’accordo.

    • Il parlamento britannico approva l’accordo tra il 23 maggio e il 30 giugno: i 73 deputati britannici vengono eletti ma non si insediano. Viene convocata una plenaria ad hoc per ratificare l’accordo e i 73 seggi vengono in parte redistribuiti ad altri stati membri e in parte messi in stand by. Il numero totale dei deputati del nuovo parlamento, composto da 27 membri, sarebbe 705.

    Nei paesi che hanno diritto a dei seggi aggiuntivi subentrerebbero i primi non eletti. Ad esempio l’Italia passerebbe da 73 a 76 seggi. La nuova legislatura si insedia il 2 luglio.

    • Il parlamento britannico approva l’accordo dopo il 2 luglio: i deputati britannici eletti e insediati decadrebbero e i seggi verrebbero redistribuiti agli altri stati membri. L’accordo di divorzio verrebbe ratificato dal nuovo parlamento che si insedierà il 2 luglio 2019.

    I seggi del Regno Unito verrebbero redistribuiti secondo il seguente schema:

    5 alla Francia (che salirebbe a 79),

    3 all’Italia (76),

    5 alla Spagna (59),

    uno ciascuno a Polonia e Romania (52 e 33),

    3 all’Olanda (29),

    uno ciascuno ancora a Svezia (21), Austria (19), Danimarca (14), Slovacchia (14), Finlandia (14), Croazia (12) ed Estonia (7), due all’Irlanda (13).

    Nessun seggio aggiuntivo a Germania (96), Belgio, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria e Portogallo (21), Bulgaria (17), Lituania (11), Lettonia (8), Slovenia (8), Cipro, Malta  e Lussemburgo (6).

    Il Regno Unito voterà alle prossime elezioni europee?
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