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    Roma, Michetti non decolla: sfida Gualtieri-Calenda per prendere i voti dei moderati di destra

    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 5 Ago. 2021 alle 16:43 Aggiornato il 5 Ago. 2021 alle 17:39

    Mugugni? “A me questa cosa non risulta. Sono tutti motivati, carichi, abbiamo una bellissima occasione davanti”, risponde Enrico Michetti, candidato sindaco per il centrodestra a Roma, in un’intervista al Corriere della Sera. “Ho parlato al telefono con Salvini e con i responsabili di Forza Italia a Roma, parlo spesso con Giorgia Meloni. Mi creda, siamo in un’armonia totale. Oh, almeno questa è la situazione che mi si para davanti. Sul resto non so”.

    I mugugni nella coalizione, “se ci sono, e sottolineo se, riguardano forse dinamiche nazionali. Non certo le elezioni amministrative, dove siamo uniti e compatti”, insiste Michetti. Il candidato del centrodestra, dunque, non vede e non sente mal di mancia intorno a sé. Ne prendiamo atto. Ora, però, corre l’obbligo di raccontare che nella sede di Fratelli d’Italia è scattato l’allarme rosso.

    Anche lei, Giorgia Meloni, si è dovuta accorgere che il suo candidato sindaco di Roma non decolla. La voce girava già da qualche giorno negli ambienti della destra capitolina che avevano avuto modo di incontrare Michetti, ma è diventata un uragano dopo il primo dibattito pubblico tra i quattro candidati. Dove Michetti ha usato tutto il tempo a propria disposizione con frasi sull’Antica Roma manco fosse Russel Crowe nel Gladiatore.

    La cosa è risultata ancora più evidente dal confronto con Gualtieri e, soprattutto, con Calenda, in grande spolvero (a proposito: sembra sia diventato il pupillo del circolo Aniene: da quelle parti riscuote consensi massimi). Proprio Calenda, secondo i sondaggisti, starebbe approfittando della debolezza di Michetti e della totale assenza di Simonetta Matone (la candidata vicesindaco del centrodestra) per crescere moltissimo e puntare ad un ballottaggio che fino a pochi giorni fa sembrava impossibile.

    Calenda sta pescando non poco tra l’elettorato moderato. Nel frattempo a destra, mentre c’è addirittura chi spera in un qualche incidente di percorso per cambiare candidato in extremis, si affilano i coltelli: se la sfida di Roma non sarà vinta partirà la resa dei conti. Sul banco degli imputati finirà Fratelli d’Italia, grande sponsor di Michetti.

    E Gualtieri? Nel comitato elettorale c’è fiducia che almeno una parte dei voti in libera uscita dal candidato di centrodestra possano essere drenati dalla Lista Civica guardata con attenzione da buona parte del mondo economico romano moderato per la presenza, ad esempio, di personalità come Monica Lucarelli. “E in ogni caso” si ribadisce, “quando il primo nei sondaggi perde colpi ad avvantaggiarsene è sempre l’altro più forte, cioè Gualtieri e non Calenda….”.

    Intanto, dopo aver visto, durante il programma tv Omnibus, su La7, un confronto su Roma tra Gualtieri e il vicepresidente della Camera Rampelli, nel Pd hanno tirato un sospiro di sollievo: “Meno male che hanno scelto Michetti”. Fosse stato un altro il candidato sindaco, sarebbe sta molto più dura.

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