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    Draghi e Cartabia al carcere di Santa Maria Capua Vetere: “Il sistema va riformato”

    Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, arriva nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) dove, insieme col ministro della Giustizia Marta Cartabia, visiterà la struttura, 14 luglio 2021. ANSA/ CIRO FUSCO
    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 14 Lug. 2021 alle 18:04 Aggiornato il 14 Lug. 2021 alle 18:12

    Il presidente del Consiglio Mario Draghi e la ministra della Giustizia Marta Cartabia si sono recati nella giornata di oggi, 14 luglio, presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) dove hanno visitato la struttura, al centro dell’inchiesta sugli scontri avvenuti nella primavera del 2020. Per la vicenda, sono contestati ai vertici della struttura e agli agenti penitenziari i reati di violenza e tortura.

    Il sistema carcerario va riformato, ha detto Draghi durante l’incontro con la stampa, al termine della visita nella struttura penitenziaria. “Ci sono migliaia di detenuti in più rispetto ai posti letto. Le pene devono rieducare. A Santa Maria Capua Vetere registriamo una sconfitta. Sosterrò le proposte del ministro Cartabia”, ha annunciato.

    “Venire in questo luogo oggi significa guardare da vicino per iniziare a capire”, ha aggiunto il premier. “Quello che abbiamo visto negli scorsi giorni ha scosso nel profondo le coscienze degli italiani. Le indagini in corso stabiliranno le responsabilità individuali. Ma la responsabilità collettiva è di un sistema che va riformato. Il Governo non ha intenzione di dimenticare. Le proposte della Ministra Cartabia rappresentano un primo passo che appoggio con convinzione. Non può esserci giustizia dove c’è abuso. E non può esserci rieducazione dove c’è sopruso”.

    “La Costituzione Italiana”, ha proseguito, “sancisce all’Articolo 27 i principi che devono guidare lo strumento della detenzione: ‘Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato’. A questi principi deve accompagnarsi la tutela dei diritti universali: il diritto all’integrità psicofisica, all’istruzione, al lavoro e alla salute, solo per citarne alcuni. Questi diritti vanno sempre protetti, in particolare in un contesto che vede limitazioni alla libertà. La detenzione deve essere recupero, riabilitazione. Gli istituti penitenziari devono essere comunità. E dobbiamo tutelare, in particolare, i diritti dei più giovani e delle detenute madri. Le carceri devono essere l’inizio di un nuovo percorso di vita. L’Italia, questo Governo, vogliono accompagnarvi”.

    “Mai più violenza: quegli atti sfregiano la dignità della persona umana che la Costituzione pone come pietra angolare della nostra convivenza civile. Il carcere è luogo di pena, non sia mai un luogo di violenza e umiliazione”, ha detto la ministra Marta Cartabia, ringraziando il presidente del Consiglio per la sua presenza e salutando in particolare “quei detenuti che hanno subito atti di ingiustificabile violenza e umiliazione”.

    Fuori dal carcere erano presenti anche i lavoratori della Whirlpool che hanno ricevuto oggi l’avviso dell’azienda che si procederà con i licenziamenti. “Siamo qui a chiedere di incontrare Draghi dopo la decisione della Whirlpool di drammatizzare la vertenza ignorando la disponibilità di Governo e Sindacati ad usare gli ammortizzatori Covid per discutere delle soluzioni industriali per il sito di Napoli. Quello della Whirlpool è uno strappo inaccettabile”, ha detto il segretario regionale dei metalmeccanici della Uil, Antonello Accurso, presente sul posto con oltre cento lavoratori. “Il Governo e Draghi facciano rispettare l’avviso comune firmato con Cgil, Cisl, Uil e Confindustria per evitare i licenziamenti, è gli accordi firmati da Whirlpool nel 2018”.

    Leggi anche: “Sembravano drogati, ci hanno distrutto”: parla ex detenuto in sedia a rotelle picchiato nel carcere di S. Maria C.V.

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