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    Di Maio: “Il governo va avanti a un patto, più lavoro e meno stronzate”

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 23 Mag. 2019 alle 10:47 Aggiornato il 23 Mag. 2019 alle 13:29

    Non si interrompe la lunga serie di dichiarazioni roboanti dei membri del governo nel corso di un’aspra campagna elettorale. A tre giorni dal voto delle Elezioni Europee 2019 Di Maio ha deciso di mantenere vivo il confronto con un velenoso post su Facebook (in risposta alle dichiarazioni di Matteo Salvini sull’opportunità di cancellare il reato di abuso d’ufficio) in cui indica un “patto” con gli alleati per continuare a guidare il Paese: “Più lavoro e meno stronzate!”.

    Governo news | Di Maio: “Il patto di governo, più lavoro e meno stronzate”

    L’abuso di ufficio – ha scritto il vicepremier e ministro di lavoro e Sviluppo Economico replicando all’alleato leghista – “è un reato in cui cade spesso chi amministra, è vero, ma se un sindaco agisce onestamente non ha nulla da temere. Non è togliendo un reato che sistemi le cose. Il prossimo passo quale sarà? Che per evitare di far dimettere un sottosegretario togliamo il reato di corruzione? Sia chiara una cosa, per noi il governo va avanti, ma a un patto: più lavoro e meno stronzate!”. Voler togliere questo reato “è forse un modo per chiedere il voto ai condannati o per salvare qualche amico governatore?”, ha attaccato il capo politico del Movimento 5 Stelle.

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    “Il reato di abuso d’ufficio – ha scritto ancora Di Maio su Facebook – esiste quando un incaricato di pubblico servizio, un dirigente o un politico ad esempio, nello svolgimento delle sue funzioni fa qualcosa che, intenzionalmente, procura a sé o ad altre persone a lui vicine un vantaggio ingiusto, arrecando ad altri dunque un danno. Volete un esempio? Un sindaco, un ministro, un presidente di Regione o un qualsiasi altro dirigente pubblico che fa assumere sua figlia per chiamata diretta, invece di convocare una selezione pubblica e dare a tutti la possibilità di ambire a quel posto di lavoro”.

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    Poi il capo M5S ha sottolineato: “Ora, vedete come vanno le cose? Io dovrei stare zitto davanti a queste affermazioni? Dovrei stare zitto davanti a chi apre ai raccomandati, a chi chiude le porte al merito, a chi favorisce qualcuno solo perché ha avuto qualcosa in cambio? E poi ci lamentiamo dei cervelli in fuga e dei nostri ragazzi che devono espatriare per cercare un lavoro? Ma per favore…”.

    E ancora: “Il colmo è che, se parlo, qualcuno fa la vittima e dice che insultiamo; se non parlo però siamo conniventi. Ma di fronte a questa stupidaggine io non posso tacere. Chi l’ha detto stavolta ha toppato alla grande”.

    Sul punto è intervenuto anche Raffaele Cantone. Il presidente dell’Anac, Autorità nazionale anticorruzione, si è detto “assolutamente contrario all’abolizione” del reato di abuso d’ufficio “ma credo – ha continuato – che sia opportuno che ci sia uno spazio per pensare una modifica: c’è una quantità enorme di provvedimenti che non arrivano a condanna, che non arrivano a sentenza per cui è evidente che qualcosa nella norma non funziona, ma una norma che punisca gli atti evidenti di favore è necessaria”.

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