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    Si scrive “decreto sicurezza bis”, si legge “sono Salvini e voglio essere il re della galassia”

    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 11 Mag. 2019 alle 13:00

    Decreto sicurezza bis Salvini fallimento | Si chiama Decreto Sicurezza bis ma il sogno del ministro dell’inferno Matteo Salvini sarebbe stato quello, per decreto, di proclamarsi re della galassia e fare a suo piacimento, insistendo in questa sua sicumera e insistendo nel bluffare come un goffo giocatore di poker che ha quasi finito le fiches sul tavolo.

    Ha ragione Di Maio: di questo decreto sicurezza bis evacuato solo per non fare parlare del caso Siri e di un imbruttimento nazionale che è riuscito a scomodare perfino il Papa non vale nemmeno parlare.

    Un decreto che insiste sempre sulle solite cose, trite e ritrite, che ormai interessano solo al ministro dell’interno e pochi suoi accoliti mentre per la prima volta dopo anni riusciamo ad avere un governo incapace di fissare l’obiettivo sul lavoro, sull’economia, sulla reale sicurezza interna e soprattutto sul disordine dei rapporti internazionali.

    Vorrebbe essere ricordato come l’uomo forte e invece Matteo Salvini sarà ricordato come uno dei peggiori ministri della storia, intento a offendere gli avversari con battute da bulletto di periferia mentre si fa vigliaccamente blindare da decine di uomini di forze dell’ordine, fingendo che le contestazioni non esistano, incapace perfino di ascoltare anche i suoi collaboratori più stretti che gli chiedono di smetterla, di parlare meno, i togliersi quella faccia di eterno ragazzo sempre in vacanza che pensa di essere un food blogger e invece dovrebbe essere a capo di uno dei Paesi più importanti d’Europa.

    “Matteo ha perso la testa”, ha detto di Di Maio riferendosi a Salvini ma in realtà “Matteo” la testa non l’ha mai avuta un centimetro in più di qualche barcone che si avvicinava alle coste italiane.

    E ora che sia il presidente del consiglio Conte e sia il M5S si sono svegliati non può fare altro che provare a buttare la palla in tribuna fingendo (e non riuscendoci) che davvero significhi lavorare continuare a girare di paese in paese per fare campagna elettorale dopo avere dato in pasto il proprio libro (un ministro dell’interno, eh) a una microscopica casa editrice che ha come unica caratteristica quella di essere dichiaratamente fascista.

    Ma stavolta c’è una novità e Salvini, sempre attento alla pancia degli italiani, reagisce stizzoso: gli elettori italiani hanno la nausea di questa italianità che viene sventolata contro qualche disperato ma non si declina in nessuna riforma veramente necessaria per fare ripartire l’economia italiana.

    Non sono bastate le pistole in casa, non bastano le navi respinte per finta (negli ultimi due giorni gli sbarchi sono ritornati ai periodi più intensi del 2017) e non basta nemmeno il patetico concorso in cui il premio è proprio il ministro che dovrebbe essere di tutti e invece si occupa di esprimere gratitudine a chi è più veloce a mettere un like sui suoi social, come una gara tra adolescenti Youtuber che combattono per avere qualche follower in più.

    Il vero Decreto Sicurezza bis è che Salvini comincia a incepparsi, e come gli accade ogni volta che viene messo di fronte ai fatti e ai numeri, comincia a dare di matto come i bambini che rivogliono il pallone. Anzi come quelli che il pallone è mio e non gioco più.

    E questo vorrebbe essere un ministro dell’interno, per dire.

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