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    M5s: incontro tra Grillo e Di Maio a Roma, tra tensioni interne e dissidenti che sconfessano il capo politico

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 23 Nov. 2019 alle 10:05 Aggiornato il 24 Nov. 2019 alle 09:57

    M5s, incontro tra Grillo e Di Maio a Roma

    Giornata di incontri importanti nel M5s: Luigi Di Maio vede Beppe Grillo, per fare il punto della situazione politica che riguarda il Movimento. L’incontro tra il capo politico M5s e il cofondatore del Movimento è iniziato nella mattinata di sabato 23 novembre. Di Maio ha lasciato momentaneamente il suo tour in Sicilia (che dovrebbe comunque riprendere intorno alle 13) per tornare a Roma e incontrare Grillo all’hotel Forum, nel rione Monti.

    “Con Grillo sono d’accordo su tutto, sono smentite le leggende metropolitane”, ha detto Di Maio al termine dell’incontro.

    “Luigi Di Maio lavora 25 ore al giorno e non può essere sostituito per nessuna ragione, anzi va sostenuto. Io ci sarò di più e gli darò una mano”, ha detto Grillo. “Una persona deve poter decidere e fare scelte importanti. Un referente ci vuole”, ha aggiunto il Garante del M5S.

    “È un momento magico. Noi non possiamo continuare a fare dei Facebook in cui si dice questo qua non va bene. Adesso le cose devono essere chiare, il capo politico è lui, quindi non rompete i coglioni perché sennò ci rimettiamo tutti”, ha afferma Beppe Grillo in un video con Luigi Di Maio pubblicato su Fb.

    Di Maio e Beppe Grillo sono d’accordo sull’ipotesi di avanzare la proposta di un nuovo contratto di Governo “a partire da gennaio”, per finalizzare “progetti ambiziosi e di alto livello”.

    Il M5s torna nel caos, da cui non è mai uscito dopo il declino iniziato con l’esperienza di governo, con la Lega prima e con il Pd dopo. Le prossime elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria, dopo la debacle in Umbria, stanno mettendo a dura prova la leadership di Di Maio, tra tensioni interne e frange di dissidenti pronti a sconfessarlo.

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    I dissidi interni al M5s preoccupano, com’era prevedibile, Palazzo Chigi.

    Lunedì prossimo Luigi Di Maio si recherà in Calabria prima e in Emilia Romagna poi, per dare l’avvio ufficiale alla campagna elettorale per le elezioni regionali del 26 gennaio 2020. Dopo il voto su Rousseau, che ha sancito la volontà degli iscritti al M5s di partecipare alle elezioni.

    Sul voto di Rousseau Di Maio ammette di aver avuto una linea diversa da quella poi espressa dalla base: un po’ di tempo per ricompattare il Movimento e ristabilire una strategia vincente. Ma così non è stato. E il M5s correrà, e correrà da solo.

    “Col voto online il M5s ci ha detto ‘a Roma c’è il governo, ma sul territorio c’è il Movimento’, e non possiamo asservire il M5s alle logiche del governo”, ha detto Di Maio.

    Lo strappo del M5S sulle Regionali rischia però di destabilizzare il già precario equilibrio di governo. Fonti della maggioranza raccontano di frequenti contatti telefonici tra Conte e Grillo, riferisce l’agenzia Ansa.

    “Diamo un attimo di tempo al Movimento per completare questa fase di transizione”, ha detto Conte, invocando la calma. Ma la situazione è più caotica che mai.

    E ai cronisti che lo incalzano sulle difficoltà del Movimento, Grillo risponde: “Il M5s si è biodegradato? “Ormai siete voi i comici!”.

    Intanto Bonafede, il ministro della giustizia, mette in discussione non solo il capo del Movimento, ma l’idea stessa di avere un capo: “Dopo dieci anni di grandi risultati è normale ragionare su nuovi obiettivi, dobbiamo ripensarci a 360 gradi e svolgere gli Stati generali. Non siamo un partito, e non dobbiamo puntare a diventarlo. Però è chiaro che dobbiamo ripensare tutto, compreso il fatto se dobbiamo avere o meno un capo. Ma non è un problema di persone, e di certo non lo è Di Maio”, ha detto Bonafede al Fatto Quotidiano.

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