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    Governo, crisi a un passo. Dal Conte-ter alle elezioni anticipate: gli scenari

    A sinistra Giuseppe Conte, a destra Matteo Renzi
    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 4 Gen. 2021 alle 10:20 Aggiornato il 4 Gen. 2021 alle 10:25

    Dopo settimane di tensioni e minacce sono arrivati i giorni dello scontro finale tra il leader di Italia Viva Matteo Renzi e il governo guidato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. La sopravvivenza del governo, secondo quanto riportano stamattina le ricostruzioni e i retroscena di diversi quotidiani, è appesa a un filo. Il rischio, dopo che anche l’operazione “responsabili” è fallita, è quello di una crisi di governo. Ma quali sono adesso i possibili scenari?

    Come rivela Fabio Martini su La Stampa, Renzi avrebbe dato tre giorni di tempo al premier: se entrò giovedì “non ci sarà una svolta su Recovery, Mes e Servizi” la delegazione di Italia Viva si ritirerà dal governo facendo scattare la crisi. Da parte sua Conte, secondo quanto scrive Tommaso Ciriaco su Repubblica, ha capito che i parlamentari del Movimento Cinque Stelle non vogliono il voto, e quindi ha aperto all’ipotesi di un rimpasto o addirittura di un Conte-ter. Per questo potrebbe tenersi oggi o domani un vertice di governo che discuta il da farsi.

    In campo restano tuttavia anche altre ipotesi che non coinvolgerebbero l’attuale presidente del Consiglio, come quella di un nuovo governo giallorosso senza Conte, di un governo di unità nazionale guidato da un’altra personalità (alcuni fanno il nome di Mario Draghi, anche se il diretto interessato non ha ancora fatto sapere nulla sulla sua eventuale disponibilità). Infine, se le altre strade dovessero fallire, resta anche la via del voto anticipato.

    Su quest’ultimo scenario è intervenuto oggi lo stesso Renzi, che sgombera il campo da ogni dubbio. “Tutti sanno che non ci saranno elezioni“, ha dichiarato il senatore di Rignano in un’intervista sul Corriere della Sera. “Le elezioni fanno paura a chi verrebbe politicamente decimato come i trecento parlamentari del Movimento Cinque Stelle, non ai diciotto senatori di Italia viva”.

    Sulla possibilità che gli esponenti di Italia Viva possano lasciare il governo, Renzi risponde: “Le ministre Bellanova e Bonetti e il sottosegretario Scalfarotto sono persone serie. Stanno al governo perché hanno delle idee, non per vanagloria. Se queste idee non piacciono, noi non siamo come gli altri: le poltrone le lasciamo”. E aggiunge: “Oggi tocca al premier decidere se ciò che abbiamo detto su vaccini, Mes, cantieri da sbloccare, scuola e cultura, è degno di nota oppure no”.

    In effetti l’ipotesi del voto anticipato sembra difficile, anche perché sgradita al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che nel suo messaggio di fine anno ha rivolto alle forze politiche un appello alla “responsabilità” e allo “spirito costruttivo”. Sembra poi improbabile che il capo dello Stato sciolga le Camere in un momento così delicato come quello dell’inizio della campagna di vaccinazione, che inizierà a entrare nel vivo nelle prossime settimane. Tuttavia, questa ipotesi potrebbe essere l’unica percorribile se le trattative per formare un nuovo governo dovessero essere troppo lunghe.

    Quali saranno allora le prossime mosse? “Ci sono solo 48 ore prima del consiglio dei ministri preannunciato per il 6 gennaio”, sottolinea Ciriaco. “In quella sede, Conte non porterebbe un testo blindato, ma un documento da inviare al Parlamento e alle forze sociali. Vorrebbe evitare un voto dei ministri, rimandandolo a quando arriveranno le controdeduzioni dei gruppi parlamentari. Ma le ministre renziane annunceranno comunque le loro dimissioni. A quel punto, il premier sarebbe rimandato alle Camere. Certo, potrebbe evitare la conta, salendo al Colle per dimettersi dopo il dibattito e prima del voto parlamentare. Oppure, e sembra il tentativo di queste ore, concordare con i leader una crisi pilotata, se non un rimpasto”.

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