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    Crisi di governo, Renzi: “Torno in campo. Basta fare i fighetti, è l’ora della battaglia”

    Di Laura Melissari
    Pubblicato il 9 Ago. 2019 alle 12:31 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 20:29

    Crisi di governo, Renzi: “Torno in campo. Basta fare i fighetti, è l’ora della battaglia”

    Matteo Renzi interviene sulla crisi di governo e promette battaglia. “È arrivato il momento di una battaglia che riguarda ognuno di noi: se c’è un motivo per cui mi rimetto in campo è che non riuscirei a guardarmi allo specchio se lasciassi un Paese nelle mani di chi istiga ad avere paura degli altri”. Sono le parole battagliere di Matteo Renzi, durante un comizio alla Festa dell’Unità a Santomato.

    “Salvini pensa di aver fatto il colpo geniale oggi mandandoci a votare, vedremo i tempi, decide Mattarella: noi però leviamoci di dosso il vestito da fighetti, c’è bisogno di indossare la maglietta da battaglia”, dice Renzi, cercando di svegliare dal torpore quel partito che negli ultimi mesi non è riuscito a fare opposizione.

    “Noi dobbiamo essere pronti ad andare a votare e spiegare come questi hanno fallito, ed è fondamentale mettere in sicurezza i conti degli italiani, non possiamo far aumentare l’Iva per lo sghiribizzo di Salvini”, ha detto l’ex segretario dem, che fino a ieri pensava a un’uscita dal Pd già a settembre.

    Renzi si è scagliato contro il fuoco amico all’interno del Pd, dicendo che lui è il Matteo sbagliato con cui prendersela, specialmente in questo momento.

    E sulle ultime mosse di Salvini scrive: “Salvini non gioca la carta della crisi perché si sente forte: Salvini gioca la carta della crisi perché ha paura, è terrorizzato, è in difficoltà. Rischia di far aumentare l’IVA, fa ballare la Borsa, manda in crisi il Nord produttivo. E ha troppe vicende che lo inquietano. Io dico che Capitan Fracassa ha fatto l’errore politico della vita”.

    E ancora: “Dicevano: governeremo 30 anni e non hanno retto nemmeno 14 mesi. Dicevano: faremo ripartire l’Italia e hanno riportato a zero il PIL e bloccato la crescita. Dicevano: saremo la Terza Repubblica e hanno governato litigando come in terza media. Nelle prossime ore disegneremo il nostro futuro”.

    “Avevamo ragione quando dicevamo che la realtà avrebbe sconfitto la propaganda”, prosegue.

    Zingaretti: “Renzi, aiutaci a vincere le elezioni”

    Intanto il segretario dem tende una mano al suo predecessore: “Non è vero che non ti occupi di politica. Sei una risorsa, aiutaci a vincere le prossime elezioni politiche“. È l’appello che il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, ha rivolto al senatore ed ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dal palco della festa del Partito democratico a Villalunga.

    E sul voto (forse) imminente dice: “Noi siamo prontissimi, perché siamo quella forza che ha aperto una grande fase di rinnovamento e che oggi è la vera alternativa a Salvini”, ha detto il segretario del Pd Nicola Zingaretti.

    “Le prossime elezioni saranno una scelta tra la Lega di Salvini o il Partito Democratico, che abbiamo rimesso in campo. E dobbiamo chiamare a raccolta tutta quella parte di Italia onesta che vuole il lavoro, la crescita e lo sviluppo, non vuole la cultura dell’odio, che vuole ridare una dignità all’Italia che è isolata nell’Europa e nel mondo, che vuole salvare l’Italia da chi ha promesso la rivoluzione e poi ha reso questo paese più debole e più fragile. Noi diciamo innanzitutto lavoro, scuola, formazione, ripresa produttiva, investimenti, un programma per l’Italia che dia una speranza a questo bellissimo paese”.

    Giorgio Gori: “Il Pd riparta da noi sindaci”

    Intanto si alza all’interno del Pd la voce dei sindaci. Per Giorgio Gori, primo cittadino di Bergamo, il Pd “deve essere pronto per il voto. E i sindaci devono contare di più per il rilancio del centrosinistra”, come spiega a Repubblica.

    Ripartire dalla forza che il Pd ha sul territorio è la soluzione di Gori per tornare a vincere, dopo il disastroso declino degli ultimi mesi.

    “Nei territori il Pd ha una forza vera, testimoniata anche dai risultati delle amministrative. Dove i Dem riescono ad essere concreti, attenti ai bisogni dei cittadini, mantengono la loro credibilità e sono in grado di battere gli slogan dei populisti”.

    Un gruppo di 18 sindaci, tra cui Gori, il sindaco di Milano Sala, quello di Firenze Nardella, quella di Ancona Mancinelli, ha elaborato un documento per chiedere un’assemblea che coinvolga i sindaci di centrosinistra nelle politiche nazionali.

    Il centro sinistra, “deve essere pronto, servono proposte concrete, coraggiose, comprensibili a tutti su temi come l’immigrazione e la sicurezza che nelle nostre città affrontiamo tutti i giorni, dove è essenziale che il Pd abbia una posizione chiara, cosa che non ha”, dice Gori.

    “Se il fenomeno dell’immigrazione è diventato il grimaldello con cui Salvini si è preso l’Italia noi ne abbiamo sicuramente una parte di responsabilità”, fa mea culpa il sindaco di Bergamo.

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