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    Il responsabile sanità di FdI: “Contrari al Green Pass, vaccino solo agli anziani. Stop all’obbligo per il personale sanitario”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 30 Set. 2022 alle 10:26

    “C’è stato un approccio ideologico alla gestione della pandemia, non ci si è mossi in punta di scienza. Ci sono state due tendenze: una oltranzista di chi, come dico scherzando, vaccinerebbe anche i peluche dei figli, e un’altra di stupidi che considerano il vaccino acqua sporca o addirittura veleno. Tra iper chiusuristi e complottisti stiamo nel mezzo, con la scienza”; così il responsabile sanità di Fratelli d’Italia appena rieletto alla Camera, Marcello Gemmato, spiega in un’intervista a Repubblica la strategia del nuovo governo a guida FdI relativa alla pandemia, in un momento in cui la curva di contagio da Covid-19 è in lenta risalita.

    Green Pass? Contrari. Per Gemmato, “dava quindi una falsa sicurezza”. “Non si trattava di una misura sanitaria, non partiva da principi scientifici. Siamo contrari a questo certificato. Punto. Se si vuole verificare se una persona è infetta si fa un tampone antigenico e si capisce”, continua il deputato meloniano, ricordando che in occasione del giuramento del presidente Mattarella alla Camera “non ci hanno chiesto il Green Pass. Ci hanno fatto un tampone rapido di nuova generazione. Cioè, il legislatore che aveva introdotto il Green Pass poi non lo usava”.

    Per quanto riguarda i vaccini, l’esponente di FdI sostiene che la raccomandazione dovrebbe riguardare gli over 65, gli anziani e chi ha problemi di salute, non coloro che soffrono le complicazioni del virus. “Vaccinare i bambini di 6 anni non ha avuto senso”, osserva. Ma per nessuno dovrebbe vigere l’obbligo: “Va bene raccomandare, non mettere più obblighi e infatti non bisogna rinnovare quello che riguarda il personale sanitario, in scadenza il 31 dicembre”.

    Le mascherine? “Con il distanziamento, l’igiene delle mani e in generale le norme di buona condotta sanitaria sono utili, e del resto negli ultimi due anni non abbiamo praticamente avuto influenza”, ma “partendo da qui, bisogna valutare la circolazione e decidere se consigliarle e dove. In ospedale quindi sarebbe auspicabile che si mettessero quando si entra in reparti dove ci sono persone fragili. Magari non in ortopedia ma in terapia intensiva”, continua il parlamentare, e conclude: “Non seguiremo le virostar, ma scienziati con impact factor alto e magari le linee di indirizzo già prese in altri Paesi. Noi siamo sempre stati gli ultimi a riaprire, altri, come l’Inghilterra, sono ripartiti prima. Perché abbiamo avuto una posizione ideologica e non scientifica. E infatti siamo tra i primi al mondo per mortalità e letalità”.

     

     

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