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    Stagionali sfruttati in Salento, Conte sull’inchiesta di Tpi: “Impossibile voltarsi dall’altra parte”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 30 Ago. 2022 alle 13:31 Aggiornato il 30 Ago. 2022 alle 13:46

    “Per mesi ci siamo sentiti dire che non si trovavano lavoratori stagionali per colpa del Reddito di cittadinanza, una fake news smentita dai dati dell’INPS ma amplificata da esponenti del centrodestra e dai media compiacenti. Questa coraggiosa video inchiesta di TPI, realizzata in Salento, svela una realtà fatta di lavoro nero, paghe da 3 euro l’ora, contributi non versati, violazione dei diritti umani”, così il leader del M5S Giuseppe Conte sull’inchiesta di TPI realizzata da Massimiliano Andreetta e Sara Giudice, che mostra lo sfruttamento a cui sono sottoposti i lavoratori in cerca di un impiego estivo.

    Costretti a coprire doppi turni per un arco complessivo di 18 ore, 7 giorni su 7, senza diritto al riposo settimanale, per tre euro l’ora e senza contratto. Un sistema preso per buono e non ostacolato nemmeno dagli enti che dovrebbero vigilare sul rispetto dei diritti dei lavoratori. Ma le condizioni nelle cucine e tra i tavoli dei ristoranti sono aberranti, anche per gli stranieri senza permesso di soggiorno, che spesso alloggiano in garage senza servizi igienici né finestre e vengono pagati anche meno degli italiani, ai quali spetta in media già pochissimo: 1.200 euro al mese per lavorare ininterrottamente.

    Esclusivo TPI – Altro che reddito di cittadinanza: ecco le umilianti condizioni a cui sono sottoposti i lavoratori stagionali | VIDEO

    “Italiani e stranieri costretti a lavorare anche per 18 ore al giorno, senza osservare alcun riposo settimanale, stipati in seminterrati e alloggi dormitorio addirittura privi di servizi igienici. Di fronte a episodi come questi è impossibile voltarsi dall’altra parte. Per me e per il Movimento 5 Stelle la lotta contro lo sfruttamento lavorativo continuerà ad essere un elemento imprescindibile, il faro della nostra azione politica”, continua l’ex premier. “Dobbiamo consegnare ai nostri figli un Paese che rispetti la dignità del lavoro e delle persone, a cominciare da quelle più deboli e vulnerabili. Chi intende imboccare altre direzioni sappia che dovrà fare i conti con noi“, conclude Conte.

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