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    Giuseppe Conte chiama la piazza in difesa del reddito di cittadinanza: “Pronti a tutto per impedire il taglio”

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 22 Nov. 2022 alle 08:16

    La Lega chiedeva un’uscita più graduale, Forza Italia inizialmente era per un ampliamento, alla fine ha prevalso la linea di Fratelli d’Italia: il reddito di cittadinanza verrà abrogato per tutti, occupabili e non, a partire dal 2024, e verrà sostituito interamente da una nuova riforma, “perché serve un cambiamento a 360 gradi”, spiegano fonti di governo. Per il partito della premier Meloni si tratta di un provvedimento assistenzialista che ha “disincentivato il lavoro”, ma nella manovra appena varata ne è stata disposta una proroga: ci dovrebbe essere infatti un anno di “cuscinetto” per inserire i lavoratori occupabili nel mondo del lavoro, accompagnati da appositi corsi di formazione.

    Un eventuale taglio del beneficio già da questo gennaio avrebbe portato un risparmio di 1,8 miliardi, ma si è deciso di agire in maniera graduale. “C’è un anno transitorio nel quale comunque tutte le persone in difficoltà saranno tutelate, chi non è in grado di lavorare avrà piena tutela e chi è in grado di lavorare invece avrà una riduzione dei mesi di sostegno, si porterà da 12 a otto mesi” dice il sottosegretario per l’attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari. “Dal 2024 – aggiunge – rivedremo l’intero sistema, lavorandoci su per garantire pieno sostegno ai bisognosi e inserire nel mondo del lavoro chi è in grado di lavorare”. La minaccia incombente sul provvedimento simbolo del Movimento 5 Stelle genera la reazione di Giuseppe Conte: “Siamo pronti a tutto per impedire il taglio, anche a scendere in piazza. È disumano togliere il reddito di cittadinanza”, fa sapere l’ex premier durante un convegno in Senato, rivendicando “la misura più di sinistra degli ultimi 30 anni”.

    Ulteriori modifiche previste dal governo Meloni riguardano il numero di offerte di lavoro che si possono rifiutare prima di perdere il sussidio, che scenderanno a una. Allo studio poi anche l’introduzione di un ulteriore periodo cuscinetto, per chi al termine dei sei mesi di formazione risultasse ancora inoccupato, di richiedere il reddito per altri 12 mesi con un importo ridotto del 25 per cento.

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