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    Le contestate dichiarazioni di Conte sull’8 settembre 1943

    Giuseppe Conte, presidente del Consiglio italiano. Credit: AFP PHOTO / Tiziana FABI

    Le parole del premier sull'anniversario dell'armistizio di Badoglio sono state molto criticate

    Di Enrico Mingori
    Pubblicato il 11 Set. 2018 alle 10:42 Aggiornato il 12 Set. 2019 alle 02:12

    Stanno facendo molto discutere le dichiarazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in occasione dell’anniversario dell’8 settembre 1943.

    “Oggi è l’8 settembre. Una data particolarmente simbolica della nostra storia patria, perché in quell’estate di 75 anni fa si pose fine a un periodo buio della nostra storia, culminato con la partecipazione dell’Italia a una terribile guerra”, ha detto Conte intervenendo alla cerimonia di inaugurazione della Fiera del Levante di Bari.

    “Con l’8 settembre, inizia un periodo di ricostruzione prima morale e poi materiale del nostro Paese. Un periodo che è stato chiamato, con la giusta enfasi, miracolo economico”, ha sottolineato il premier.

    “Oggi come 75 anni fa la vocazione commerciale del Paese ci sta aiutando a uscire da uno dei momenti più difficile della nostra storia. L’esecutivo che ho l’onore di presiedere ha l’ambizione di ricreare la stessa fiducia negli italiani che fu dei nostri genitori”, ha aggiunto Conte.

    Le parole del presidente sono state criticate da diversi commentatori.

    Secondo alcuni, il presidente ha sbagliato a individuare nell’8 settembre 1943 una svolta positiva per il Paese. Altri hanno fatto notare che quella data non c’entra nulla con il miracolo economico dell’Italia, decollato, semmai, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Altri ancora hanno contestato il paragone tra quel momento storico e quello attuale.

    L’8 settembre 1943, durante la guerra, il maresciallo Pietro Badoglio, primo ministro del Regno d’Italia, rese noto al popolo l’armistizio di Cassibile, firmato il 3 settembre, che poneva fine alle ostilità tra l’Italia e le forze angloamericane.

    L’armistizio comportava, di fatto, la resa incondizionata agli Alleati dell’Italia, fino a quel momento schierato nel conflitto con la Germania di Adolf Hitler.

    Su ordine di Hitler, le truppe tedesche occuparono a partire dallo stesso 8 settembre l’Italia centrosettentrionale, non controllata dagli Alleati, disarmando l’esercito italiano ormai allo sbando e deportando in Germania migliaia di militari.

    Iniziò così un conflitto interno all’Italia, che vide contrapposti anche italiani contro altri italiani, conosciuto come Guerra di liberazione.

    La data, insomma, rappresentò certamente la fine della disastrosa alleanza con la Germania di Hitler, ma, anche per le modalità con cui fu adottato l’armistizio, coincise anche con l’inizio di un altra tragica fase di violenze all’interno del Paese.

    Secondo molti commentatori, le parole usate da Conte sarebbero state ben più opportune e pertinenti in occasione dell’anniversario del 25 aprile 1945, data che segnò la fine dalla Seconda Guerra Mondiale.

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