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    Radio radicale, stop alla proroga della convenzione, M5s fa mancare l’unanimità. Bagarre in commissione

    Di Donato De Sena
    Pubblicato il 21 Mag. 2019 alle 22:45 Aggiornato il 21 Mag. 2019 alle 22:45

    CHIUSURA RADIO RADICALERadio Radicale verso la chiusura. Bagarre in commissione alla Camera dopo lo stop definitivo agli emendamenti al decreto crescita che chiedevano una proroga per la convenzione di Radio Radicale.

    Tutti i gruppi sono intervenuti per tentare di convincere il Movimento 5 Stelle, che ha fatto mancare l’unanimità, a cambiare idea. Duro l’affondo della dem Silvia Fregolent contro il presidente della commissione Bilancio, Claudio Borghi, accusato di fare “il Ponzio Pilato”. Tra le proposte a non essere riammesse anche il rafforzamento del bonus bebè chiesto dal ministro Fontana.

    Sono più di un terzo, oltre 540, gli emendamenti al decreto Crescita che oggi non hanno superato il vaglio dell’ammissibilità.

    E tra questi, sono state ritenute inammissibili anche tutte le proposte di proroga della convenzione con il Ministero dello Sviluppo Economico per la storica emittente radicale, a partire dall’emendamento della Lega a firma di Massimiliano Capitanio.

    Chiusura Radio Radicale | Oggi stop alla proroga della convenzione con il Mise

    I gruppi avranno tempo fino alle 14.15 per presentare i ricorsi. Poi si dovrà passare a segnalare non più di 500 emendamenti, come deciso dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera dei deputati, per iniziare a votare a partire dal 28 maggio.

    Intanto il deputato del Pd Roberto Giachetti, ricoverato in ospedale a seguito dello sciopero della sede e della fame proprio per protestare contro il mancato rinnovo della convenzione con il Mise di Radio Radicale, sarà in collegamento telefonico con la sala stampa di Montecitorio che alle 14.30 ospiterà una conferenza stampa sulla situazione dell’emittente, nel primo giorno dopo la scadenza della convenzione.

    All’incontro il direttore di Radio Radicale Alessio Falconio, l’amministratore delegato Paolo Chiarelli e l’editore Maurizio Turco.

    le richieste per consentire all’emittente di proseguire la sua attività arrivano da diversi schieramenti. “Radio Radicale non può da oggi sostenere né gli stipendi dei dipendenti né le spese di produzione come l’accensione degli impianti. Il governo sta spegnendo un servizio di informazione puntuale e autorevole. Di Maio vuole essere ricordato come il ministro che ha chiuso Radio Radicale? Proroghi la convenzione, non abbiamo più tempo, ha dichiarato oggi Federico Mollicone, deputato di Fratelli d’Italia e capogruppo in commissione Cultura.

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