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    Caso Visibilia, il ministro Santanchè pronta a chiarire: “Fiera di riferire in Aula”

    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 25 Giu. 2023 alle 10:30 Aggiornato il 25 Giu. 2023 alle 10:32

    “Io penso che non ci sia nessun problema a riferire. È una richiesta legittima del Parlamento, sono contenta che il ministro Santanchè abbia dato la sua disponibilità. L’ho vista tranquilla in queste ore, come sono tranquilla io”. Nella giornata di ieri, 24 giugno, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto la sua sul caso della ministra del Turismo Daniela Santanchè. La premier, dopo giorni di pressing dell’opposizione e anche di Lega e una parte di Forza Italia, ha chiesto alla Ministra di fare chiarezza sulla sua attività di imprenditrice.

    Tra le accuse rivolte alle aziende che facevano riferimento a Santanchè, confermate dal conduttore di Report Sigfrido Ranucci, c’è quella di non aver pagato “stipendi” e “tfr” ad alcuni dipendenti della società e di aver fatto lavorare una dipendente “durante il periodo di cassa integrazione, pagata dallo Stato”.

    A stretto giro è arrivata la conferma della disponibilità ad andare in Aula da parte della stessa Santanchè: “Se sarà formalizzatala richiesta che devo andare a riferire in Parlamento sarò fiera e orgogliosa di farlo”, ha detto arrivando a Ischia a una iniziativa dei Conservatori europei. “Rinvio a giudizio? – ha aggiunto – Ad oggi non ho mai ricevuto un avviso di garanzia, quindi non capisco come si possa parlare di rinvio a giudizio”.

    Una risposta che però non basta al Pd, che da giorni sollecita una chiarimento e ora evoca le dimissioni. “Non c’è niente da formalizzare – replica la capogruppo dem Chiara Braga -. Le opposizioni glielo chiedono da giorni e ora anche il Governo di cui fa parte”. Al Senato, il responsabile economico della segretaria Pd Antonio Misiani ha depositato un’interrogazione alla premier e ai ministri Calderone e Urso su “quali iniziative urgenti il Governo intenda adottare al fine di fare al più presto chiarezza” su fatti che “al di là delle loro eventuali implicazioni sui piani civile e penale, non sono degni della disciplina e dell’onore che dovrebbero caratterizzare le azioni di un ministro della Repubblica”. “Venga, chiarisca e valuteremo”, ha invece attaccato il leader Movimento 5 stelle Giuseppe Conte.

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