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    Nel Regno Unito i politici che mentono vengono processati. Salvini, lì, sarebbe già in galera da tempo

    Boris Johnson e Matteo Salvini
    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 30 Mag. 2019 alle 15:51 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 19:50

    Boris Johnson rischia il processo per le menzogne sulla Brexit. L’ex sindaco di Londra, capo della compagine antieuropea, ha ricevuto una querela da un privato cittadino che ha avviato una raccolta fondi per denunciare il politico e ora si vede accusato di “cattiva condotta in ufficio pubblico”, un reato previsto dall’ordinamento penale inglese che potrebbe addirittura comportare l’ergastolo.

    Diceva, Johnson, sapendo di mentire che la Gran Bretagna paga 350 milioni di sterline alla settimana ai fondi UE e che quei fondi, invece, andassero usati per sostenere la sanità pubblica inglese.

    Balle. Solo balle. Per di più anche facilmente verificabili. La giudice distrettuale Margot Coleman ha deciso che ci fossero elementi utili per non fare cadere il caso e ha deciso che l’ex sindaco dovrà presentarsi in tribunale entro le prossime quattro settimane.

    Ora chiudete gli occhi e immaginate che qui, in Italia, ogni politico bugiardo che abbia fatto uso distorto della propaganda stravolgendo i fatti e mentendo sui numeri venga portato a processo.

    Immaginate Salvini dover rispondere sui rimpatri oppure sugli sbarchi che nega e invece continuano ad avvenire. Immaginate che anche qui da noi qualcuno giudichi la condotta di qualche nostro viceministro “irresponsabile e disonesta: la democrazia richiede una leadership responsabile e onesta da parte di coloro che ricoprono un incarico pubblico”, come dicono i legali del cittadino che ha denunciato Johnson.

    Immaginate che sia reato raccontare balle, stravolgere fatti, dragare voti mentendo sui numeri, aizzare la gente contro reati inesistenti, stravolgere il diritto internazionale a proprio uso e consumo, inventare nemici immaginari, giocare con la finanza come se fosse un pallottoliere, dipingere l’Europa (appunto) come sanguisuga mentre ogni anno vanno al macero migliaia di bandi europei per incompetenza e tornaconto personale, dire ai propri elettori di avere i numeri per “rivoltarla come un calzino” e invece essere goffa minoranza, additare come colpevoli persone che poi sono state prosciolte e non darne notizia, riprendere servizi giornalistici smentiti addirittura dalle ambasciate e tenerli sui propri social a trai no del clamore utile per ingrossare la propria retorica.

    Ecco, dico, provate a chiudere gli occhi e pensare se anche da noi esistesse un reato del genere: dove sarebbe ora Salvini? Ora aprite gli occhi: sarebbe salvato per l’ennesima volta dai suoi alleati di governo che già una volta l’hanno aiutato a difendersi da un processo piuttosto che nel processo. O altrimenti avremo sotto processo metà della classe dirigente di questo Paese.

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