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    Bersani: “Per il Colle va cercata un’alternativa a Draghi”

    Di Maria Elena Marsico
    Pubblicato il 12 Gen. 2022 alle 11:06

    Pier Luigi Bersani vede Mario Draghi “in pole position” per il Quirinale. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera. Lo voterebbe se fosse la decisione del collettivo ma chiede: “Il punto è un altro. Vogliamo dirlo che andrebbe cercata un’alternativa?”. Ha qualche nome in mente per il Colle ma non lo fa, pensa però che si dovrebbe puntare “su una persona seria, competente” e che non si faccia condizionare. Per Bersani queste figure esistono e porta l’esempio di una persona che non c’è più: Giuseppe Tesauro, l’ex presidente della Consulta. E dice: “Se non lo si trova tra i politici, il nuovo presidente, guardiamo fuori”.

    Su una donna al Quirinale risponde al Corriere: “Magari. Purché rispondesse alle caratteristiche che elencavo. Anche se c’è chi usa questo argomento come un diversivo”. Quanto al centrodestra, l’ex segretario del Partito Democratico pensa abbia qualche carta in più, ma Silvio Berlusconi al Colle “non sembra fattibile”, aggiunge però che “pur avendo tutta la determinazione, tuttavia sa contare. Per il centrodestra, non certo per il bene del Paese, è persino doveroso dire che si sostiene Berlusconi. Nel loro mondo nessuno avrebbe fatto strada senza Berlusconi. Pare che Confalonieri abbia detto: ha fatto tanto per noi, ora noi faremo tutto per lui. È così”.

    Bersani, poi, parlando delle prospettive dell’attuale governo e legislatura dice: “Con Draghi al Quirinale non mi pare verosimile che il sistema regga. Non raccontiamoci la storia dei parlamentari attaccati alla poltrona, altrimenti non ci sarebbero mai state le elezioni anticipate. Insomma, dipenderà tutto dal voto sul capo dello Stato. Ma ci si potrebbe anche accordare per andare avanti ancora un anno, a patto di iniziare a discutere di alcune grandi questioni prima del voto”. Fa alcuni esempi: “Il lavoro, che è la nostra materia prima da mille anni. Sostenere che la scuola deve restare aperta scalda il cuore, ma vogliamo parlare di che cosa succede dopo gli studi?”, chiede.

    Parlando poi del centrosinistra dice: “Un nuovo partitone come nuovo Pd andrebbe benissimo. E se non ci si riesce serve qualcosa di nuovo, come fu con l’Ulivo. Meno di un partito, ma più di un’alleanza. La risposta però tocca a loro. Al Pd” e aggiunge: “Non ci interessa l’Unione, che è andata come è andata. Il campo progressista è un’alleanza solida tra i Cinque Stelle e una sinistra plurale riaggregata. Andando oltre quello che c’è. Guardando all’interno della società. Il nostro potenziale è maggiore di quello che esprimiamo. Mettiamo insieme un manifesto di pochi punti, che parta dal lavoro”. Sull’asse con il M5S poi dice: “E quindi con chi ci si allea? Quelli che nel centrosinistra li prendono come bersaglio concludano coerentemente: io voglio che vinca la destra. Conosciamo i problemi di un Movimento in cerca d’autore. Una volta incontrai Di Battista alla buvette e gli consigliai di andarsi a cercare in Rete, vista la sua dimestichezza con il mezzo, i testi sul Diciannovismo. Quindi mi è tutto chiaro” e aggiunge: “Ma io i Cinque Stelle li voglio nel nostro campo. Dobbiamo tifare per Conte”.

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