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    “Non doveva attaccare il Donbass”: le dichiarazioni di Berlusconi su Zelensky imbarazzano la maggioranza

    Di Massimiliano Cassano
    Pubblicato il 13 Feb. 2023 alle 07:36 Aggiornato il 13 Feb. 2023 alle 08:51

    Le posizioni di Silvio Berlusconi sulle cause che hanno scatenato il conflitto in Ucraina tornano a imbarazzare la maggioranza: il leader di Forza Italia – intercettato dai giornalisti dopo aver votato per le Regionali in Lombardia nel suo seggio di Milano – ha detto che se fosse stato lui il presidente del Consiglio, non sarebbe andato a parlare con Zelensky (come ha invece fatto la premier Meloni).

    “Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto”, la posizione dell’ex Cav, che ha aggiunto: “Giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore”.

    Una posizione che si sovrappone a quella propagandata dal suo amico Vladimir Putin, ma va in contrato con le dichiarazioni e gli atti istituzionali di Palazzo Chigi, che ha immediatamente preso le distanze dall’alleato: “Il sostegno all’Ucraina da parte del governo italiano – recita una nota diramata rapidamente dopo il caso – è saldo e convinto, come chiaramente previsto nel programma e come confermato in tutti i voti parlamentari della maggioranza che sostiene l’esecutivo”.

    Berlusconi ha parlato anche di Joe Biden, affermando che il presidente Usa dovrebbe offrire a Zelensky “un Piano Marshall per ricostruire l’Ucraina da 9mila miliardi di dollari” ma “a una condizione: che tu domani ordini il cessate il fuoco”.

    La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, sposa la posizione del leader azzurro: “Non spetta a me giudicare e dare i voti a Berlusconi, queste sono cose che riguardano gli italiani. Mi limito ai fatti, e i fatti dicono che per otto anni, dal 2014, la Russia ha insistito perché fossero applicati gli accordi di Minsk per la pace in Ucraina. Ma questo non era quello che l’Occidente aveva in mente”.

    In serata la nota di chiarimento del partito: “Il sostegno del presidente Berlusconi in favore dell’Ucraina non è mai stato in dubbio. Ha solo espresso la sua preoccupazione per evitare la prosecuzione di un massacro e una conseguente grave escalation della guerra, senza venire mai meno all’adesione di Forza Italia alla maggioranza di governo, alla posizione della Nato, a quella dell’Europa e degli Stati Uniti”.

    Ma la toppa non convince le opposizioni, che insorgono chiedendo al governo quale sia la linea politica sul conflitto. “La premier Meloni  – chiede la capogruppo del Pd al Senato Simona Malpezzi – è d’accordo con le parole inquietanti pronunciate da Berlusconi sulla guerra in Ucraina? Oggi di fatto si è schierato ufficialmente con la Russia di Putin. Con questi alleati di governo la premier non si lamenti di come viene trattata in Ue”.

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