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    Le barricate di Salvini contro il Pd: no a Mattarella bis, no a Draghi al Colle e ad accordo su Capo dello Stato

    Credit: Ansa foto
    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 16 Gen. 2022 alle 07:40 Aggiornato il 16 Gen. 2022 alle 07:44

    “Se qualcuno a sinistra vuole tirare per la giacchetta il presidente Mattarella manca di rispetto soprattutto a lui, che più volte ha ribadito l’indisponibilità a un secondo mandato”. Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, aggiungendo che “allo stesso modo, il premier Draghi è impegnato per affrontare l’emergenza sanitaria ed economica: ipotizzare per lui un altro ruolo è una mancanza di rispetto al premier e al Paese”.

    Sono i primi 2 no di Matteo Salvini indirizzati al segretario del Pd Enrico Letta cui si aggiunge il terzo: quello sulla proposta di trovare “collettivamente un accordo sul presidente della Repubblica”. Dopo che il centrodestra si è formalmente impegnato nella caccia all’ultimo voto per la corsa al Colle di Silvio Berlusconi, il leader leghista risponde così all’apertura di Letta: “Dopo decenni di nomi proposti o imposti dalla sinistra, questa volta i numeri offrono al centrodestra l’onore e l’onere di avanzare una proposta, quindi non accettiamo veti, esclusioni o arroganze”. Il leader leghista si riferisce ai commenti di chi a sinistra ha valutato la candidatura di Berlusconi come “divisiva”.

    I capigruppo leghisti alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo rinsaldano il colpo inviando una nota al governo Letta: “Per Enrico Letta oggi Silvio Berlusconi è un candidato divisivo per il Colle, ma nel 2013 l’attuale leader del Pd elemosinava i voti di Berlusconi. Salvo poi definirlo entusiasticamente “Un grande” quando il Cavaliere assicurò la fiducia al governo Letta, anche se aveva un piede fuori da Palazzo Madama per effetto della Severino”. Doppia morale, secondo i due leghisti: “La stessa sinistra che aveva candidato Prodi capo dello Stato, non ha mai mediato col centrodestra e adesso — per la prima volta dopo decenni — chiede scelte condivise per il Quirinale perché non ha i numeri”. Per concludere: “Nessuna lezione, nessun veto”.

     

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