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    Autostrade, i danni dell’ex presidente dell’Anas li paghiamo noi: l’ultimo regalo ai signori del casello

    Quasi 600 milioni di euro in fumo per la proroga (senza gara) della concessione dell'autostrada A4. Ma per l'ultimo regalo ai signori del casello Ciucci & co non sganceranno un centesimo. Grazie alla prescrizione. L'inchiesta sul nuovo numero di The Post Internazionale in edicola

    Di Clemente Pistilli
    Pubblicato il 1 Nov. 2021 alle 11:57 Aggiornato il 1 Nov. 2021 alle 15:30

    Il danno stimato per le finanze pubbliche è stato di quasi 600 milioni di euro, le condanne chieste per l’ex presidente e quattro consiglieri di amministrazione dell’Anas per soli 178 milioni e nessuno tirerà fuori un centesimo. Perché decorsi cinque anni dalla data in cui si è verificato il fatto dannoso, grazie alla prescrizione l’ex numero uno della società pubblica delle strade, Pietro Ciucci, e gli ex consiglieri Enrico Della Gatta, Eugenio Pinto, Sergio Scicchitano e Umberto Siola possono dormire sonni tranquilli.

    Un esposto presentato dal senatore Lucio Malan, di Fratelli d’Italia, ha portato la Corte dei Conti a indagare sull’ennesima proroga delle concessioni autostradali, scoprendo che era stata concessa, senza alcun bando e senza la necessaria intesa con la Provincia Autonoma di Trento, alla società Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova, l’attuale A4 Holding Spa, in cambio dell’impegno a realizzare una variante autostradale, la Valdastico Nord, per la quale però non è mai stato aperto un cantiere. Come se non bastasse l’affare è poi andato in mano agli spagnoli di Abertis Infrastructuras, che hanno inserito nel loro gruppo A4 per soli 600 milioni di euro, e la stessa Abertis è diventata parte di Atlantia, la holding della famiglia Benetton.

    Gli inquirenti contabili hanno tentato di far recuperare al ministero delle Infrastrutture almeno il 30% del danno accertato dalla Guardia di finanza, ma invano. Processo prescritto e milioni di euro pubblici persi. Con i soliti noti che fanno cassa e i boiardi di Stato che dai vari scandali escono sempre senza danni. Per quanto riguarda Ciucci e gli altri, la Corte dei Conti ha messo nero su bianco che lo schema di convenzione con cui hanno previsto la proroga della concessione è stato “un regalo di Anas alla concessionaria e ai suoi proprietari”.

    Continua a leggere l’articolo (con le carte della sentenza della Corte dei Conti) sul settimanale The Post Internazionale-TPI: clicca qui

     

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