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    La Lega e quel “gemellaggio” con il movimento di Putin: cosa prevede l’accordo tra i due partiti

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 28 Feb. 2022 alle 16:34

    Secondo quanto riporta il quotidiano La Repubblica, il 6 marzo del 2017 la Lega di Salvini ha firmato un accordo politico con Russia Unita, il partito di Vladimir Putin. Un’intesa di validità quinquennale, che sta mettendo in imbarazzo il Carroccio: scadrebbe fra cinque giorni ma si rinnova tacitamente, è scritto nel testo. A meno che una delle due parti “non notifichi all’altra entro e non oltre sei mesi prima della scadenza dell’accordo la sua intenzione alla cessazione dello stesso”. Termine spirato: oggi, insomma, sarebbe troppo tardi per bloccare la proroga.

    Sempre secondo Repubblica, quel documento parla di “partenariato paritario e confidenziale fra la Federazione russa e Repubblica italiana” e sarebbe nato nei giorni in cui Salvini, il 6 marzo del 2017, era a Mosca per un colloquio bilaterale con il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. E firma, appunto, un documento con il partito del presidente russo, rappresentato dal vice segretario generale del Consiglio per le relazioni internazionali, Sergei Zheleniak. Nelle premesse c’è, appunto, “un partenariato paritario e confidenziale tra la Federazione Russa e la Repubblica Italiana”. E l’articolo 1 prevede che “le Parti si consulteranno e si scambieranno informazioni su temi di attualità della situazione nella Federazione Russa e nella Repubblica Italiana, sulle relazioni bilaterali e internazionali, sullo scambio di esperienze nella sfera della struttura del partito, del lavoro organizzato, delle politiche per i giovani, dello sviluppo economico, così come in altri campi di interesse reciproco”. Senza altri dettagli su questi “campi di interesse”. La sfera di questo scambio informativo è vasta: nel documento è scritto, tra l’altro, che “le Parti si scambieranno regolarmente delegazioni di partito a vari livelli”, “promuovono attivamente le relazioni tra i partiti e i contatti a livello regionale”, “promuovono la creazione di relazioni tra i deputati della Duma di Stato dell’Assemblea Federale della Federazione Russa e l’organo legislativo della Repubblica Italiana”. E non solo: viene messo su carta anche “lo scambio di esperienze in attività legislative”. Infine la promozione della “cooperazione nei settori dell’economia, del commercio e degli investimenti tra i due Paesi”.

    Il Carroccio fa notare che quell’accordo di collaborazione è rimasto virtuale. Ma di certo qualche dubbio, in campo internazionale, lo creò già nella primavera del 2018, quando Matteo Salvini – legato a un patto di reciproca consultazione e scambio di informazioni con Mosca – divenne ministro degli Interni e dunque capo della sicurezza nazionale.

    “Quanto sta avvenendo in Ucraina è molto più grande dei distinguo di Salvini. Apprendo che vorrebbe inviare armi non letali. Pensa forse di inviare archi, frecce e cerbottane? Sono sempre in dubbio se la sua posizione sia rappresentativa della Lega o se esprima invece un’idea personale, dato che molti parlamentari leghisti, in privato, esprimono posizioni condivisibili, manifestando imbarazzo. Lo capiremo tra qualche giorno, quando si imporrà il rinnovo tacito dell’accordo di collaborazione tra la Lega e Russia Unita, il partito di Putin, che prevede anche un imprecisato scambio di informazioni. Disdirlo sarebbe un modo per eliminare ogni tipo di ambiguità”, Lia Quartapelle, parlamentare Pd e Responsabile in Segreteria Nazionale per Europa, Affari internazionali e Cooperazione allo Sviluppo, parla così nella sua intervista su La Repubblica.

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