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    La resistenza dell’Anpi: battersi per la pace

    L'editoriale del Presidente dell'Associazione Nazionale Partigiani Italiani (Anpi) pubblicato sull'ultimo numero del settimanale The Post Internazionale

    Di Gianfranco Pagliarulo
    Pubblicato il 25 Apr. 2022 alle 13:30 Aggiornato il 25 Apr. 2022 alle 13:35

    Mai avremmo voluto un 25 aprile con la guerra. Ma c’è, ed è una tragedia totale, le cui prime vittime sono gli ucraini. Da ciò l’urgenza di un 25 aprile di memoria di Liberazione e di impegno per la pace, a maggior ragione oggi, quando l’invasione russa ha assunto un carattere ancora più tragico. Avremmo voluto che fosse ascoltato l’appello di Papa Bergoglio quantomeno per una tregua di Pasqua. Invece sta avvenendo il contrario. Non basta la nuova offensiva in Donbass, mentre si moltiplica il rifornimento occidentale di armi all’Ucraina, cosa che rende sempre più difficile un ruolo di mediazione dell’Ue e aumenta di giorno in giorno i rischi di espansione della guerra.

    Assistiamo a un crescente scontro di dichiarazioni fra rappresentanti russi, americani, della Nato e dell’Ue, un inseguimento di pronunciamenti che aumentano la tensione mondiale e che coinvolgono persino la Cina. La Finlandia annuncia di voler entrare nella Nato e sembra che la Svezia sia prossima a farlo. La Russia risponde minacciando un arsenale nucleare nel Baltico. Va avanti a tappe forzate il riarmo generalizzato spinto dai vertici dell’Unione europea, come avvenne prima della Prima e della Seconda guerra mondiale.

    È possibile un nuovo Afghanistan nel cuore dell’Europa, cioè lo scontro militare fino allo sfinimento delle parti con un incalcolabile numero di vittime. Come si fa a non vedere o a sottovalutare che si sta creando una apocalittica reazione a catena di cui nessuno può prevedere la conclusione? Da ciò l’urgenza di un rafforzamento dell’unità di tutte le forze di pace del nostro Paese e del dialogo fra tutte le forze antifasciste per abbassare la tensione e ricercare la via del negoziato. La diversità di opinioni su singoli punti non deve impedire questo dialogo e la ricerca dell’unità a cominciare dalle più grandi forze democratiche presenti nel governo.

    Sappiamo bene che la guerra, tra i tanti disastri, divide. Abbiamo assistito nelle ultime settimane ad una serie di attacchi all’Anpi e a me personalmente di una violenza e di una volgarità stupefacenti. Con una incredibile serie di insulti e di falsi si attacca il nostro ruolo ma specialmente l’autonomia dell’Anpi. Alle critiche rispondiamo con la discussione. Agli insulti non rispondiamo. Noi vogliamo contrastare questa deriva, pur nelle opinioni diverse, perché siamo convinti che in ultima analisi l’obiettivo comune di tutte le forze antifasciste del Paese sia quello della pace. Per questo proponiamo un grande 25 aprile come giornata di impegno per la pace. Per questo abbiamo titolato il manifesto del 25 aprile “L’Italia ripudia la guerra”.

    Nella Costituzione solamente in due articoli è citata la parola Italia: fondata sul lavoro, ripudia la guerra. Ciò conferisce ai due articoli una particolare solennità perché essi mettono a fuoco due caratteri irreversibili della Repubblica: la pace e il lavoro. Ecco, pace e lavoro: raccogliamo nel momento drammatico che attraversa il mondo questi messaggi fondamentali della Resistenza.

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