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    Il virus muta e fa paura, ma cosa stanno facendo i governi e le BigPharma?

    Credit: ansa foto
    Di Alessandro Di Battista
    Pubblicato il 26 Nov. 2021 alle 13:55

    E così mentre in Italia arriva la terza ondata (con annessa stretta sui No-vax, SuperGreenPass, accelerazione sulle terze dosi e anticipo di scadenza del Green Pass) in Sudafrica è stata scoperta la B.1.1.529, una nuova variante che, secondo la sanità inglese, “elude i vaccini”. Ogni giorno siamo bombardati da nuove notizie, allarmi, paure di ogni genere. Siamo ancora nell’incubo. Un incubo non solo sanitario ma economico, sociale e psicologico. Io sono un grande sostenitore dei vaccini. Ogni settimana chiedo notizie a Fabrizio Chiodo, un ricercatore italiano che ha contribuito a “disegnare” i vaccini cubani sull’andamento e l’efficacia della campagna di vaccinazione promossa da L’Habana. I dati sono confortanti. Seguo Cuba perché, al di là di quel che si possa pensare del suo sistema, ha prodotto vaccini “pubblici” grazie ad una casa farmaceutica pubblica che appartiene allo Stato e non a qualche fondo di investimento straniero. Nel mondo alla rovescia sarà un paese povero come Cuba a vendere (sicuramente a prezzi più equi) vaccini ad altri paesi ancor più poveri.

    In queste ore le borse stanno crollando per via della nuova variante e sempre più paesi, tra cui l’Italia, hanno vietato l’ingresso dal Sudafrica.

    In Sudafrica il 23% della popolazione ha completato il ciclo vaccinale. Immagino si siano vaccinati in primis i ricchi. Dubito che nei “ghetti” di Johannesburg o Città del Capo la percentuale sia maggiore. Ad ogni modo c’è chi se la passa peggio. In Kenya solo il 4,7% della popolazione è vaccinata, in Uganda il 2%, in Sudan l’1,3%, in Niger l’1,9%. Da quelle parti è più facile rimediare un Kalashnikov che una dose di vaccino.

    La ragione? Alle case farmaceutiche conviene vendere terza, quarta, quinta o sesta dose in occidente che le prime dosi in Congo. È il capitalismo, bellezza! Ma guai a prendersela con tale sistema. Guai a sostenere che sia il capitalismo (soprattutto quello finanziario, guardate tutto quel che controllano i maxi-fondi di investimento a cominciare da BlackRock) responsabile di squilibri economici, sociali ed oggi anche climatici o relativi all’approvvigionamento di dosi di vaccino. Meglio addossare tutte le colpe del mondo ai No-vax (davvero, vi suggerisco di vaccinarvi, guardate Cuba se non vi fidate di BigPharma) “nemici” ideali dell’establishment il quale, non a caso gli concede spazi mediatici che neppure il Papa o il Presidente USA in visita in Italia hanno mai ottenuto.

    Sono sempre stato scettico sul Green Pass per i lavoratori per un serie di motivi (leggete l’editoriale di Travaglio oggi sul Fatto) ma non scrivo o parlo ogni giorno di tale questione per una ragione principale: fino a che l’intero dibattito pubblico verrà concentrato esclusivamente sul GP non riusciremo a parlar d’altro. E credetemi, succede molto altro. Succede che, dopo i migranti economici o i rifugiati di guerra la civiltà progressista ha prodotto due nuove categorie di disperati: i migranti climatici e quelli alla ricerca di un vaccino.

    I primi fuggono dalla desertificazione non più imminente ma già avvenuta, i secondi iniziano a lasciare i loro Paesi solo perché vorrebbero un vaccino. Ma i vaccini non arrivano, o meglio non ancora. Perché il profitto è più importante di ogni altra cosa. L’endemia è più redditizia della pandemia. D’altronde una pandemia prima o poi finisce. L’endemia no.

    È lecito chiedere ai propri governanti quanti miliardi abbiano investito in vaccini (e ripeto, sono un pro-vax convito) e quanto in cure? A fronte di una continua trasformazione del virus credo sia legittimo porre tale domanda senza esser descritto come un terrapiattista. È lecito pretendere la liberalizzazione dei brevetti per ridurre i costi di produzione dei vaccini e permettere a quei disgraziati africani (si è vaccinato il 7,02% degli africani, dato pubblicato da Amref l’altro ieri) di essere leggermente più simili a noi? È lecito avere dubbi sull’eticità dei comportamenti di BigPharma? Penso di sì, anche perché le grandi case farmaceutiche che si stanno arricchendo come mai nella storia dell’umanità, sono riuscite a produrre vaccini anche grazie a contributi pubblici. Soldi provenienti dalle tasse dei cittadini del mondo.

    La verità è che i diritti e le questioni di sicurezza nazionale e mondiale non dovrebbero essere appaltati esclusivamente al privato. Lottare per una casa farmaceutica pubblica non è roba da vetero-comunisti (io tra l’altro, non sono mai stato comunista). È roba da cittadini intelligenti, sovrani. Sì, sovrani, perché la parola sovranità è una splendida parola, così come scuola pubblica, acqua pubblica, sanità pubblica, vaccini pubblici. Tutto questo ha a che fare con una sola cosa: il primato dello Stato sulla finanza, della politica sulle lobbies, del sangue di noi cittadini sull’oro di qualche potente. Populismo! dicono i detrattori, politica dico io. Tutto il contrario di quel che avviene oggi in Draghistan dove pavidità ed interesse di bottega hanno ucciso proprio la politica.

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