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    Quei nomi sbagliati che raccontano quanto è complessa una città

    Di Stefano Mentana
    Pubblicato il 11 Giu. 2023 alle 12:12 Aggiornato il 12 Giu. 2023 alle 17:14

    Tra i numerosi angoli del cuore di Roma, tra via Giulia e la Chiesa Nuova, c’è una piacevole piazzetta in cui ci si può imbattere passeggiando per la zona. Un viandante curioso potrebbe restare sorpreso nello scoprire che quello slargo non è una “piazza”, ma un “vicolo”. Vicolo della Moretta, per la precisione.

    Al tempo stesso, chi si sta concedendo una domenica nel parco dell’Appia Antica potrà restare sorpreso nello scoprire che il sentiero che conduce dalla Regina Viarum alla più moderna e trafficata Cristoforo Colombo ha un nome che forse non si aspetterebbe all’interno di un parco, “circonvallazione” Ardeatina.

    Due anomalie, tra le tante che si possono trovare guardando le targhe stradali di Roma, in cui il vicolo che si presenta come una piazza, il sentiero di un parco che porta il nome di una trafficata arteria potrebbero sembrare frutto di disordine o di distrazione, ma non è così. Sono segni della storia e della complessità urbanistica di una città, in questo caso di Roma.

    Queste stranezze, infatti, raccontano ciò che è stato ma anche ciò che sarebbe potuto esistere. Il vicolo che sembra una piazza, ad esempio, è uno sventramento iniziato che non ha poi avuto seguito: in mezzo ai meandri del centro sarebbe dovuta nascere una strada ad ampio scorrimento tra la Chiesa Nuova e il ponte Mazzini, i lavori sono iniziati (guardando alcuni edifici si può vedere facilmente) e poi abbandonati, e ne è rimasto uno spiazzo che ha mantenuto il nome di uno dei vicoli preesistenti. Discorso simile per la circonvallazione, perché quello doveva essere, e avrebbe dovuto far parte di una direttrice ad ampio scorrimento tra l’Ostiense e l’Appio Latino, ma alla fine hanno prevalso le battaglie per la difesa dell’Appia Antica. La strada ha dunque assunto il nome di circonvallazione, ma non ne ha mai assunto la forma.

    Sono solo due esempi, ma ne potremmo aggiungere molti altri, tra piazze che hanno la forma di svincoli, viali che si interrompono appena iniziati. Elementi che pur non essendo al centro dell’interesse dei turisti sanno raccontarci meglio di altri quanto complessa sia la storia di una città, quanto la sua urbanistica sia in continuo divenire tra demolizioni, allargamenti e cambi di funzione dei suoi spazi. Una testimonianza di idee passate e di progetti accantonati che tuttavia non hanno, per un motivo o per l’altro, avuto seguito e che ci fanno vedere al tempo stesso una Roma che è stata e una come sarebbe potuta diventare, nel bene e nel male.

    D’altronde, è questa la storia delle città, fatta per essere viva e adeguarsi ai cambiamenti della popolazione e alle sue nuove esigenze, anno dopo anno senza una fine. In fondo, come recita il proverbio, Roma non è stata costruita in un giorno.

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