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    Se non ci fosse Michetti bisognerebbe inventarlo

    credit: ansa foto
    Di Marco Antonellis
    Pubblicato il 13 Set. 2021 alle 19:00 Aggiornato il 5 Ott. 2021 alle 18:18

    Se non ci fosse Michetti bisognerebbe inventarlo. Nella storia delle campagne elettorali non si è mai sentito un candidato non presentarsi ad un convegno organizzato da uno dei big della sua coalizione, oltretutto da colei che lo ha voluto nella politica che conta.

    “Non sono andato da Meloni? Avevo un’agenda fitta, ho ritardato su Roma. Figuriamoci se non vado da Giorgia che l’aveva organizzata proprio per me”. Questa la “giustificazione di Enrico Michetti, candidato sindaco di Roma per il centrodestra. “Abbiamo fatto tanti confronti – ha aggiunto Michetti – In un’occasione sono andato via perché è finita in rissa e nell’altra perché mi aspettavano 250 tranviari da una mezzora e al convegno erano in ritardo e non mi davano la parola. Ho un’agenda serrata e devo ancora girare buona parte di Roma”.

    Il problema però è che dalle parti del vertice di Fratelli d’Italia non hanno affatto preso bene il forfait del “loro” candidato sindaco. Nel frattempo, tutti si stanno finalmente accorgendo quello che noi andiamo scrivendo da tempo e cioè che il candidato sindaco di Roma Michetti è segnalato dai sondaggi (quelli seri, sono rari ma ci sono) molto al di sotto delle liste che lo sostengono; in sostanza fa perdere voti.

    Tant’è che (sempre sperando in un improbabile miracolo) i partiti del centrodestra si stanno già ritagliando un vero e proprio Piano B in caso di sconfitta. Piano che prevederebbe per FdI di puntare comunque ad essere il primo partito della capitale, per la Lega di dare la colpa della sconfitta alla Meloni “incapace di scelte di governo” e per Forza Italia galleggiare in un ‘aurea di mediocrità (del loro candidato di punta, la Matone si sono perse del tutto le tracce).

    Al momento solo il Cavaliere, che nonostante tutto è l’unico statista in circolazione nel centrodestra, sembra avvertire il rischio mediatico/politico che corre la coalizione se ad ottobre perderà tutte insieme Roma, Milano e Napoli: “A quel punto la valanga potrebbe travolgere l’intera coalizione e mettere a repentaglio persino la futura vittoria alle politiche” spiega un fedelissimo dell’uomo di Arcore. In poche parole, perdendo le principali città italiane il centrodestra potrebbe perdere anche quell’aura di “invincibilità” che finora la vorrebbe colazione maggioritaria nel paese.

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